Durante un percorso di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), il medico specialista può fare riferimento ad una procedura denominata Pick-up ovocitario. Di cosa si Tratta? Come avviene e quali rischi comporta? Quando ci si sottopone ad una FIVET (Fecondazione In Vitro con Trasferimento di Embrioni) è necessario il prelievo di ovociti -ovuli maturi- dalle ovaie, attraverso un particolare procedimento, noto anche come pick-up o aspirazione follicolare: è una fase cruciale che avviene successivamente ad una stimolazione ormonale ed è precedente alla fecondazione che si pratica in un laboratorio. È importante conoscerne tutti i passaggi, per poter affrontare questo percorso con la dovuta serenità. Ecco una breve guida.
Pick up FIVET cos’è e come si fa
Il Pick up FIVET ovvero il recupero degli ovociti finalizzato ad una fecondazione in vitro è una procedura chirurgica relativamente semplice. La parola chirurgia non deve spaventare: è un intervento minimamente invasivo che si esegue in una sala operatoria perché serve un ambiente sterile ed è necessaria una blanda anestesia. Il tipo e la durata di questa dipendono dai singoli casi e dalla clinica, ma comunemente si esegue una sedazione per via endovenosa: aiuta a rilassare totalmente l’organismo e ad evitare che la paziente faccia movimenti bruschi durante il prelievo; è monitorata e favorisce un rapido risveglio e recupero. Per il pick up il medico procede per via vaginale: guidato ecograficamente, inserisce un sottilissimo ago connesso ad un catetere, per arrivare a pungere e drenare/ aspirare liquido dai follicoli ovarici. È qui che si trovano gli ovociti maturi necessari alla fecondazione in vitro. Tale fluido follicolare viene dunque trasferito in provette ed inviato nel laboratorio di riferimento, dove l’embriologo si occuperà della selezione degli ovuli sani e della fecondazione in vitro o crioconservazione degli stessi. Il tempo effettivo necessario per localizzare e recuperare le uova è di circa 5-15 minuti. Non ci sono incisioni o punti. Il pick up è dunque estremamente rapido. Per uscire dalla sedazione poi serviranno circa 10 minuti e mezz’ora per ripristinare la totale lucidità. Si può tornare a casa subito dopo, non è necessario il ricovero con pernottamento, comunque spesso è preferibile rimanere in osservazione per almeno un paio di ore. Alla dimissione in genere viene comunicato anche il numero effettivo degli ovuli che si è riusciti a recuperare.
Il Pick-up ovocitario, tutto il percorso
Prima di comprendere quali siano gli eventuali rischi di questa procedura chirurgica è importante spiegare il contesto. Il prelievo degli ovociti serve in previsione di un percorso di procreazione assistita che prevede l’intervento medico per la fecondazione sia che avvenga in vitro (FIVET) o tramite iniezione intracitoplasmatica (ICSI). In pratica quando l’incontro tra gameti e spermatozoi avviene in laboratorio e non all’interno dell’apparato riproduttivo della donna. L’ovulo fecondato, dopo 2-6 giorni viene trasferito nell’utero della futura mamma. Ma come si arriva a tutto questo? Il percorso, dopo una specifica diagnosi di infertilità, inizia con la stimolazione ovarica mediante farmaci ormonali. Questi favoriscono la crescita di più follicoli (sacche piene di liquido contenenti ovociti) all’interno delle ovaie, rispetto al singolo dominante che si sviluppa fisiologicamente durante un ciclo mestruale. Gli ormoni si iniziano di solito il 2°-4° giorno del ciclo mestruale e vengono somministrati per circa 10 -14 giorni: non esiste uno standard fisso, i protocolli possono cambiare da donna a donna. Il giorno del recupero dell’uovo ovvero del pick up si basa sullo sviluppo follicolare e degli ovociti che viene costantemente monitorato con ecografie e dosaggi ormonali ed avviene circa 35 -37 ore dopo la somministrazione di un altro farmaco -hCG gonadotropina corionica umana- che innesca la fase finale della maturazione. Il prelievo va dunque fatto in tempi precisi, ovvero prima che avvenga l’ovulazione, ovvero che il follicolo si rompa per rilasciare gli ovuli. Gli ovuli recuperati vengono poi inviati in laboratorio per essere combinati con gli spermatozoi del partner maschile: da qui lo sviluppo di embrioni da trasferire in utero.
Pick up FIVET quali rischi comporta?
Il pick up ovocitario viene eseguito in anestesia monitorata e sotto controllo ecografico che garantisce la precisione del prelievo: la sedazione aiuta ad alleviare il disagio addominale durante la procedura. In genere, dunque, si tratta di un rapido e semplice intervento chirurgico mininvasivo, senza incisioni o punti, che non comporta particolari rischi. Tuttavia, questi sono possibili. Cosa può accadere?
- Sanguinamento: lieve dal follicolo nel punto in cui si inserisce l’ago per l’aspirazione
- Infezione
- Sindrome da iperstimolazione ovarica: legata alla preparazione al pick up e non al prelievo stesso. È un rischio che si manifesta raramente se ci si sottopone ai dovuti monitoraggi durante l’assunzione dei farmaci ormonali
- Lesioni agli organi vicini: rarissima, ma potenzialmente possibile.
- Rischi legati all’anestesia: generalmente bassi poiché si impiega una blanda sedazione monitorata
Ovviamente tutte queste complicazioni si possono evitare affidandosi alle cure di un esperto professionista della fertilità, come la dottoressa Monica Antinori. Qui tutti i suoi contatti.