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Devi affrontare un percorso di procreazione medicalmente assistita e ti hanno proposto il Decapeptyl? È un farmaco molto importante in questi contesti, ma è giusto anche conoscerne bene le indicazioni, l’efficacia, le varie controindicazioni e gli effetti collaterali. Assumere un siffatto medicinale in modo consapevole, aiuta a vivere l’iter verso la genitorialità in modo più sereno e sicuro. Ecco, quindi, una breve guida per orientarti e rispondere ai dubbi più comuni che le donne (e non solo) come te possono avere in questi casi.

Decapeptyl a cosa serve, quando si usa e quali controindicazioni

Decapeptyl: a cosa serve

Il Decapeptyl, il cui principio attivo è la triptorelina è un agonista del GnRH (ormone rilasciante le gonadotropine). La terminologia è complessa, ma non deve spaventare poiché si tratta di un ormone che svolge un ruolo importante in diversi ambiti della salute femminile e maschile. Quali? Nella fecondazione assistita (FIVET/ICSI) ad esempio, questo farmaco si impiega insieme alle gonadotropine (FSH, hMG, hCG) per stimolare l’ovulazione in modo controllato. Il suo scopo terapeutico è sostanzialmente quello di prevenire il picco prematuro dell’LH, evitando che l’ovulazione avvenga troppo presto e comprometta il recupero degli ovociti. Più in generale possiamo dire che nei trattamenti per l’infertilità aiuta a sincronizzare lo sviluppo degli ovociti, controllare l’endometrio e regolare il ciclo nei protocolli di ovodonazione o nel trasferimento di embrioni congelati. Ha comunque anche altri utilizzi clinici: al maschile si usa come terapia ormonale per trattare il carcinoma prostatico avanzato, mentre nelle donne può essere impiegato come terapia dell’endometriosi, dei fibromi uterini e nella pubertà precoce centrale. Sostanzialmente quindi è possibile definire il Decapeptyl come un farmaco estremamente versatile, usato principalmente nei trattamenti per la fertilità, ma con una buona rilevanza anche in altri ambiti.

Decapeptyl: quando e come si usa in un percorso di fecondazione assistita

In un percorso di fecondazione assistita come la FIVET o l’ICSI, il Decapeptyl serve a controllare e regolare la stimolazione ovarica e l’ovulazione. Come si somministra? Dipende dai casi, sostanzialmente con due modalità principali:

  • Il protocollo corto: inizia il secondo giorno del ciclo mestruale e prosegue per i successivi 10-12, fino a quello antecedente l’iniezione di hCG. Si assume tramite iniezione sottocutanea.
  • Il protocollo lungo: lo step di avvio è il medesimo, ovvero il secondo giorno del ciclo, ma la sua somministrazione prosegue fino ad una certa desensibilizzazione ipofisaria, caratterizzata da livelli di estrogeni inferiori ai 50 pg/mL, di solito intorno al 15° giorno e solo a questo punto inizia la vera e propria stimolazione ovarica con gonadotropine.

In entrambi i casi, è fondamentale seguire attentamente la modalità di uso: ricostituire il farmaco, agitare il flacone delicatamente senza capovolgerlo, e iniettare subito dopo la preparazione. L’iter, o protocollo, varia in base alla diagnosi di infertilità, e ad altri fattori che solo lo specialista può definire, previo lo studio accurato della storia clinica della coppia.

Decapeptyl: quali controindicazioni ed effetti collaterali?

Un aspetto fondamentale nell’impiego di questo farmaco, come di tanti altri, è quello di tenere presenti effetti collaterali e controindicazioni. Nello specifico il Decapeptyl, non va usato in caso di ipersensibilità nota a triptorelina o altri analoghi del GnRH, o a qualsiasi eccipiente in esso contenuto; altresì non va impiegato in caso di gravidanza già accertata, poiché potrebbe comprometterla. Da valutare invece il suo utilizzo in presenza di un sanguinamento vaginale inspiegato e di osteoporosi, soprattutto se si tratta di cure prolungate nel tempo.  Bisogna poi prestare particolare attenzione nei seguenti casi:

  • In presenza di disturbi cardiovascolari o aritmici e all’interazione con altri farmaci che possono allungare il QT (es. amiodarone, sotalolo, moxifloxacina, antipsicotici): è necessaria una costante supervisione medica
  • Depressione o vulnerabilità psicologica: sono stati segnalati casi gravi che richiedono una particolare attenzione in chi ha una storia pregressa
  • Perdita di densità ossea: nei trattamenti prolungati è opportuno valutare misure preventive, come la terapia ormonale sostitutiva

Non bisogna poi dimenticare i possibili effetti collaterali! Questi derivano in gran parte dai bassi livelli di estrogeni indotti dalla terapia e quindi sono simili ai sintomi della menopausa. La gravità è variabile da donna a donna. I più comuni sono:

  • Rossore e/o dolore nel punto dell’iniezione
  • Sintomi simil-influenzali
  • Vampate di calore, sudorazione e cambiamenti dell’umore, secchezza vaginale e calo della libido, tipici degli sbalzi ormonali
  • Mal di testa, nausea, dolori muscolari/ossa, dolori pelvici.

Si tratta di disturbi piuttosto frequenti, non gravi e che solitamente rientrano dopo poco tempo o comunque quando si sospende la terapia o si regolano in modo migliore i dosaggi. Più raramente comunque possono verificarsi effetti collaterali più rilevanti, come ipersensibilità, dispnea, reazione cutanea, e depressione grave. Nel protocollo oncologico maschile invece, per la cura del carcinoma prostatico, sono documentati altri effetti come il calo della libido, impotenza, astenia, aumento di peso ed ipertensione.

Decapeptyl, l’importanza dell’approccio personalizzato

Qualunque sia l’indicazione, ma anche e soprattutto in caso di fecondazione assistita, è importante che l’approccio a questo trattamento farmacologico sia mirato e personalizzato. Fondamentale è quindi rivolgersi ad un medico esperto, attento alle complicanze, che si prodighi in tutti i controlli del caso e che sia dedito anche all’ascolto delle tue ansie e timori al riguardo. La dottoressa Monica Antinori, ginecologa responsabile per la PMA presso la clinica per la fertilità Raprui, accoglie le sue pazienti sempre con grande professionalità ed empatia. Non esitare a contattarla per una prima visita o una consulenza, anche online. Clicca qui per i contatti.

 

 

 

 

 

 

 

 

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