Può capitare che una coppia, dopo aver avuto uno o più figli, non riesca più a concepire un bambino o a portare a termine una gravidanza. Si parla in questi casi di infertilità secondaria ed è indicativa di un problema che è insorto nel tempo e che va indagato e curato se si vuole allargare la famiglia. Le opzioni terapeutiche dipendono dalla diagnosi e possono includere semplici terapie farmacologiche, come quelle ormonali per la stimolazione ovarica, o la fecondazione in vitro, come pure la chirurgia. È fondamentale in questi casi rivolgersi per tutto il percorso ad un medico specialista in medicina riproduttiva, come la dottoressa Monica Antinori, ginecologa e responsabile per la PMA presso il centro Raprui. L’infertilità secondaria può riguardare sia l’uomo che la donna e accedere ad un centro qualificato permette di fare contemporaneamente tutte le indagini di coppia, per ottimizzare i tempi e vivere l’iter con meno stress. Ecco una mini-guida informativa sulle cause e le possibili soluzioni.
Infertilità secondaria, cos’è
Si parla di infertilità secondaria quando una coppia non riesce ad avere un figlio, nonostante ne abbia già avuto uno in passato, in modo fisiologico, ovvero senza l’ausilio di farmaci o altri trattamenti come la fecondazione in vitro o la IUI (Inseminazione Intra Uterina). Il sospetto diagnostico va considerato dopo 12 mesi di tentativi senza successo (6 mesi se la donna ha più di 35 anni). Si tratta di una condizione relativamente comune, o almeno tanto quanto l’infertilità primaria, che colpisce almeno l’11% delle coppie. Sostanzialmente è dovuta ad un problema di salute insorto nel tempo, dopo la precedente gravidanza e può riguardare sia l’uomo che la donna, in eguali percentuali.
Infertilità secondaria, perché può insorgere? Le cause
L’infertilità secondaria può riguardare uno o entrambi i partner, e talvolta è frutto di più fattori contemporaneamente, ovvero può non sussistere un’unica causa. Tra le motivazioni più frequenti in entrambi i sessi troviamo:
- Spermatozoi o ovuli alterati, di scarsa qualità o quantità
- Età avanzata
- Complicazioni di un precedente intervento chirurgico o pregressa gravidanza/parto
- Aumento del peso corporeo e dell’indice di massa grassa (BMI)
- Impiego di determinati farmaci
- Condizioni di salute pregresse
- Infezioni sessualmente trasmissibili
- Stile di vita errato come legato al consumo eccessivo di alcolici e al tabagismo.
In un percorso specialistico in medicina riproduttiva per infertilità secondaria è consigliato alla coppia eseguire contemporaneamente tutte le indagini diagnostiche del caso, per arrivare prima alla soluzione verso la genitorialità.
Infertilità secondaria nelle donne, quali le cause?
Ma nel dettaglio, quali sono le più comuni cause di infertilità secondaria nelle donne? Sostanzialmente possono avere varia origine, come nei seguenti casi:
- Anomalie nella quantità o qualità degli ovuli: le donne nascono con un numero predeterminato di ovociti. Questi con il passare del tempo diminuiscono ed invecchiano, soprattutto dopo i 40 anni. Malattie autoimmuni, condizioni genetiche, un pregresso intervento chirurgico, nonché le terapie oncologiche possono anche influenzare negativamente il numero e la qualità dei gameti femminili.
- Problemi strutturali, come cicatrici o ostruzioni: infezioni o interventi chirurgici possono causare danni all’utero o alle tube di Falloppio, inibendo così il passaggio dei gameti o dell’ovulo fecondato verso l’utero o il suo attecchimento. Ciò può accadere anche in conseguenza di fibromi o polipi uterini.
- Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS): è un disturbo ormonale che provoca cicli mestruali ed ovulazione irregolare, talvolta assente, il che rende difficile concepire un figlio, anche se in precedenza se ne è già avuto uno.
- Endometriosi: tale patologia è caratterizzata dalla crescita di tessuto endometriale fuori dal suo sito fisiologico, ovvero comunemente nelle tube, nelle ovaie dove può creare ostruzioni inibenti il concepimento ed in altre parti del corpo. Non sempre chi soffre di endometriosi è infertile, ma poiché è una condizione comune e progressiva, la difficoltà di rimanere incinta può subentrare nel tempo.
- Aumento di peso: può indurre disfunzione ovarica alterando l’assetto ormonale.
- Farmaci o altri trattamenti medici o condizioni di salute possono indurre infertilità o complicare il concepimento.
- Stile di vita errato: anche questo può contribuire, soprattutto in relazione al tabagismo e all’alcolismo.
Infertilità secondaria negli uomini, quali le cause?
Le cause di infertilità secondaria negli uomini sono per lo più riconducibili ad alterazioni dei parametri seminali (ma non solo), che possono avere le seguenti motivazioni:
- Ipogonadismo, ovvero bassi livelli di testosterone, essenziali nella produzione degli spermatozoi. Ciò può accadere per l’invecchiamento, per lesioni al testicolo o alcune condizioni mediche come infezioni, malattie della tiroide, diabete, tubercolosi, parotite, alcune malattie del sangue, stress, problemi cardiaci, tumori.
- Varicocele testicolare: è un ingrossamento delle vene dello scroto, e rappresenta una causa frequente di bassa produzione di spermatozoi e infertilità negli uomini, fino a circa il 30%.
- Alterazione del liquido seminale, ovvero del fluido che trasporta gli spermatozoi: dopo i 40 anni la sua qualità tende a diminuire.
- Basso numero di spermatozoi o oligospermia: dovuta a vari fattori, anche ormonali.
- Prostata ingrossata (o sua rimozione chirurgica): una siffatta condizione può indurre oligospermia o eiaculazione anomala.
- Farmaci: alcuni alterano la qualità ed il numero degli spermatozoi: tra questi medicinali ci sono antibiotici, antipertensivi, antifungini, cure per la gotta, l’artrite, antidolorifici, schizofrenia, tumore.
- Stile di vita o sostanze chimiche: esposizione a sostanze chimiche come pesticidi, piombo, calore eccessivo-come nelle saune- possono alterare la qualità spermatica, così come l’aumento eccessivo di peso (che abbassa i livelli di testosterone e aumentare quelli di estrogeni), tabagismo, abuso di alcolici.
Infertilità secondaria, cosa fare?
Cosa fare se si sospetta un’infertilità secondaria? Non bisogna lasciarsi andare allo sconforto, può colpire chiunque e talvolta non ha una causa apparentemente chiara. Per tale motivo è importante rivolgersi ad uno specialista del settore, come la dottoressa Monica Antinori, che potrà proporre una serie di indagini di coppia per effettuare una diagnosi precisa, per poi suggerire il trattamento più adeguato. Qui tutti i contatti per una prima visita.