Quando una coppia cerca di concepire un bambino senza risultati per circa un anno (o 6 mesi se la donna è over 35), si parla di infertilità ed è opportuno rivolgersi ad un centro specializzato per individuare la causa ed attivarsi con terapie mirate, laddove possibile, o intraprendere un percorso di PMA. Prima lo si fa e meglio è poiché l’età rappresenta un aspetto importante. Lo step iniziale sarà dunque quello di fare delle indagini diagnostiche preliminari, sia nell’uomo che nella donna, per poi procedere ad approfondimenti, con test più approfonditi. Ma quali sono gli esami per la fertilità maschile? In cosa consistono e quando si fanno? Scopriamolo insieme.
Cause infertilità maschile
Prima di parlare dei test diagnostici è opportuno avere consapevolezza di quelle che possono essere le cause di infertilità maschile. Sono molteplici e non di rado interconnesse tra loro:
- Problemi nella produzione degli spermatozoi: oligozoospermia (bassa concentrazione), azoospermia (assenza di spermatozoi), criptozoospermia.
- Anomalie del movimento (astenozoospermia) o della morfologia degli spermatozoi (teratozoospermia).
- Disturbi ormonali: alterazioni di FSH, LH, testosterone o di valori legati alla tiroide.
- Condizioni anatomiche: varicocele, ostruzioni, infezioni, esiti di traumi o interventi chirurgici.
- Cause genetiche o cromosomiche: cariotipo irregolare, microdelezioni del cromosoma Y.
- Fattori immunologici: presenza di anticorpi anti-spermatozoo (MAR‑test).
- Stress ossidativo e danni al DNA (frammentazione spermatica).
- Stile di vita ed esposizioni ambientali: fumo, alcol, inquinamento, farmaci, radiazioni.
Per ciascuno di questi casi esistono test precisi e mirati, che servono ad escludere o confermare il sospetto diagnostico, in modo da orientare la terapia o consigliare tecniche di procreazione assistita (PMA).
Esami per la fertilità maschile
Non tutti gli esami che la scienza e la tecnologia mettono a disposizione di medici e pazienti servono o vanno fatti immediatamente. Si va per gradi. Il percorso diagnostico, infatti di solito, si sviluppa in quelli che possono essere considerati tre livelli progressivi:
Test di primo livello (semplici, veloci, non invasivi)
Spermiogramma e spermiocoltura: rappresentano gli esami principali, nonché punti di partenza di qualunque altro iter successivo. Si eseguono analizzando un campione di liquido seminale, prelevato con masturbazione dopo 3-5 giorni di astinenza. Lo spermiogramma in particolare indaga il volume, la concentrazione, la motilità e la morfologia degli spermatozoi presenti, mentre la spermiocoltura indaga la presenza di infezioni.
- Esami del sangue: FSH, LH, testosterone totale, prolattina, TSH, per escludere alterazioni ormonali alla base di problemi spermatici.
- Ecografia scrotale con Doppler: per valutare la presenza di varicocele, infiammazioni, cisti, ostruzioni o anomalie testicolari.
Se da questi esami emerge un’anomalia (es. oligozoospermia, infezioni, alterazioni ormonali), si procede immediatamente a interventi mirati o approfondimenti. Questi ultimi possono essere utili anche in caso di risultati dubbi, si ipotizzano situazioni più complesse, o laddove il fattore femminile, non presenti probabili cause.
Test di secondo livello (più specifici e mirati)
Test di frammentazione del DNA spermatico (SCD, TUNEL…): è utile quando lo spermiogramma è normale ma persistono infertilità inspiegata, aborti ricorrenti o fallimenti di PMA. La presenza di una frammentazione con valori alti può essere ricollegata a tutti questi problemi.
- ROS – stress ossidativo: serve per capire l’effetto dei radicali liberi sul campione.
- MAR‑Test: verifica presenza di anticorpi anti-spermatozoo
- Test di vitalità(eosin) e spermiocitogramma: indagano la percentuale di spermatozoi vivi e in dettaglio la loro struttura.
Test di terzo livello (approfondimenti genetici e chirurgici)
Quando le indagini diagnostiche precedenti non si dimostrano derimenti dell’infertilità si può procedere con altri test ad indagare problemi più complessi:
- Cariotipo e microdelezioni Y: in caso di grave oligo/azoospermia o aborti ricorrenti.
- Test genetici su partner: per evitare trasmissioni di malattie genetiche.
- Tecniche microchirurgiche (TESE/MESA) o chirurgia per varicocele, se necessarie.
- MicroTESE: per recupero spermatozoi direttamente dal testicolo in caso di azoospermia, non solo per la diagnosi genetica, ma anche per eventualmente avviare spermatozoi sani alla ICSI.
In tutti i casi è sempre importante un approccio multidisciplinare, andrologico, genetico ed embriologico.
Focus sullo spermiogramma
Lo spermiogramma merita un approfondimento particolare: è il pilastro iniziale della diagnostica maschile e deve rappresentare sempre il primo passo per indagare la fertilità nell’uomo. Fornisce infatti una panoramica immediata, economica e affidabile dello stato riproduttivo maschile: da lì deriva l’orientamento verso approfondimenti o trattamenti, naturali o di PMA. Valuta i seguenti parametri che riguardano gli spermatozoi:
- Volume (≥ 1,5 ml)
- Concentrazione (≥ 15 milioni/ml)
- Motilità: ≥ 50% di spermatozoi mobili, con almeno 25% in progressione rapida dopo 60 minuti
- Morfologia: ≥ 30% di forme normali (WHO 2010)
- Vitalità dei gameti (almeno il 58% di spermatozoi devono essere vivi)
- PH (preferibilmente alcalino, tra 7.2 e 8) e liquefazione
Questo test serve ad individuare le seguenti anomalie patologiche:
- Oligozoospermia (concentrazione bassa)
- Astenozoospermia (motilità ridotta)
- Teratozoospermia (forme scorrette)
- Azoospermia/Criptozoospermia (assenza o rarità di spermatozoi)
Per eseguire questo test è importante che il paziente si prepari con almeno 3-5 giorni di astinenza da rapporti intimi, che eviti sforzi fisici o ambienti caldi (come le saune) nei giorni precedenti. È importante anche non aver avuto febbre. Il campione di liquido spermatico si raccoglie in un contenitore sterile che va consegnato rapidamente al laboratorio e a temperatura controllata.
Esami di fertilità maschile, dove farli e a chi rivolgersi
Questi test vanno fatti in centri specializzati che possano offrire analisi rapide, accurate e certificate, ma prima ancora una visita ed un colloquio con un medico di esperienza, che possa tracciare un percorso diagnostico personalizzato. In pratica è meglio optare per un luogo in cui si è seguiti dall’inizio alla fine, un contesto accogliente che aiuti a ridurre stress ed imbarazzo. Il centro Raprui, diretto dalla Dottoressa Monica Antinori è una garanzia di efficienza: 30 anni di esperienza con centinaia di PMA all’attivo, un approccio multidisciplinare, con ginecologi, andrologi, endocrinologi, embriologi e genetisti che collaborano in sinergia, e metodiche all’avanguardia che permettono di offrire al paziente tecnologie sofisticate e di alto livello, come TESE/MicroTESE, HALO/SCD, ROS, MAR‑test. Quando si cerca di capire il perché dell’infertilità, è importante rivolgersi ad un centro dove poter fare tutto, dalla diagnosi alla nascita del bambino, anche dopo PMA. Per una prima visita o per una consulenza, è possibile rivolgersi alla Dott.ssa Monica Antinori, ginecologa e direttrice clinica esperta in medicina della riproduzione, e al suo team affiatato e attento ai bisogni della coppia. Qui tutti i contatti.