Quali sono i sintomi dell’impianto di un embrione nell’utero? Ogni donna alla ricerca di una gravidanza vive con ansia questo momento, soprattutto se si è sottoposta ad un percorso di fecondazione assistita. Si tratta infatti di un passaggio fondamentale, cruciale, nel successo del trattamento, verso la maternità. Solo una volta che si è annidato nell’endometrio, infatti, il frutto del concepimento, potrà iniziare a svilupparsi. Di fatto non esiste una sintomatologia specifica, ma alcuni segnali possono essere significativi e dunque è opportuno conoscerli. Quali sono? Scopriamoli insieme, anche con i consigli della dottoressa Monica Antinori, esperta nel campo della medicina riproduttiva.

Impianto embrione, tutto quello che occorre sapere
L’impianto è il processo attraverso il quale un embrione, dopo essere stato concepito, si attacca alla parete dell’utero (endometrio) per iniziare a ricevervi e nutrimento ed avere un adeguato sviluppo. Ciò avviene circa 6-10 giorni dopo la fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo, quando l’embrione da morula si è trasformato in blastocisti. Dal punto di vista fisiologico, tale processo, definito anche come annidamento, inizia con il contatto tra l’embrione e la mucosa uterina, la quale deve essere in uno stato ideale per accoglierlo. Ciò dipende da diversi fattori, tra cui la produzione di ormoni come il progesterone, che è essenziale per preparare l’endometrio (la mucosa che riveste l’utero) ad accogliere il frutto del concepimento. Questi, una volta attaccato alla parete uterina, inizia a produrre l’ormone hCG (gonadotropina corionica umana), indicativo della gravidanza avviata anche nei test, sia ematici che con le urine.
Impianto embrione con fecondazione assistita
Quando ci si sottopone a fecondazione assistita ed in particolare a FIVET ed ICSI, il transfer embrionale avviene in modo controllato. Dopo aver prelevato gli ovuli dalla donna questi vengono uniti in laboratorio ai gameti maschili. Gli embrioni migliori vengono selezionati e trasferiti nell’utero, solitamente tra il 3° ed il 5° giorno dopo la fecondazione. A questo punto occorre aspettare che fisiologicamente avvenga il processo di impianto, ovvero l’annidamento nell’utero. Sebbene la procedura di fecondazione assistita aumenti significativamente le probabilità di una gravidanza, non garantisce sempre il successo, poiché tale passaggio cruciale dipende da molteplici fattori come la qualità dell’embrione stesso, la salute dell’endometrio e il bilancio ormonale della donna. Tali aspetti nella medicina riproduttiva sono sempre considerati con molta attenzione, ma non sempre basta. Coloro che hanno appena completato un ciclo di fecondazione assistita sono spesso molto attente ai segnali del proprio corpo, cercando di capire se l’impianto è avvenuto. È comunque importante sottolineare che, a prescindere dai sintomi, l’unico modo per confermare l’avvenuto impianto è attraverso un test di gravidanza eseguito circa 12 giorni dopo il trasferimento.
Sintomi impianto embrione, quali sono?
Ma dunque, quali possono essere i sintomi dell’impianto dell’embrione? Non tutte le donne li avvertono e laddove sussistano sono variabili. Tuttavia, alcuni segnali risultano essere abbastanza comuni ed indicativi di un probabile impianto in corso. Tra questi troviamo:
- Lieve sanguinamento, o spotting: si verifica quando l’embrione penetra il tessuto endometriale inducendo casualmente la rottura di piccoli vasi sanguigni. È solitamente molto leggero e di breve durata. Si parla in genere di “perdite da impianto”.
- Crampi addominali leggeri: solitamente meno intensi rispetto a quelli mestruali, ma comunque simili; sono dovuti alla contrazione dell’utero mentre si adatta alla presenza dell’embrione.
- Aumento della temperatura corporea basale: a causa dell’innalzamento dei livelli di progesterone correlato all’impianto stesso.
- Alterazioni nello stato di benessere: l’aumento del progesterone può anche indurre sensibilità e gonfiore al seno, sensazione di stanchezza e cambiamenti del tono dell’umore.
- Nausea leggera: sebbene sia più tipica delle prime settimane di gravidanza, può manifestarsi anche durante la fase di impianto, ma di solito è lieve e intermittente.
Questi sintomi non sono esclusivi dell’impianto e possono essere confusi con quelli premestruali. Inoltre, non tutte le donne sperimentano tali campanelli dall’arme, per cui la loro presenza o assenza non è significativa: occorre sempre un test di gravidanza!
Impianto embrione, i consigli e le indicazioni della dottoressa Monica Antinori
La dottoressa Monica Antinori, esperta in medicina della riproduzione, consiglia alle donne che si sono sottoposte alla fecondazione assistita, di rilassarsi e pazientare, evitando di concentrarsi troppo su ogni piccolo cambiamento o segnale. Sebbene alcuni sintomi possano essere indicativi dell’impianto, è importante non farsi prendere dall’ansia. È opportuno seguire sempre le indicazioni dello specialista medico, ad esempio mantenendo una dieta sana ed equilibrata, evitando momenti di stress e cercando di prendersi il tempo necessario a recuperare dopo il transfer embrionale. Sono giorni di attesa prima del test di gravidanza, che vanno vissuti con serenità, magari facendosi un pochino coccolare, e servono anche a raccogliere le forze per l’eventuale gravidanza a buon fine. La dottoressa Antinori, responsabile del centro PMA della clinica Raprui, inoltre è sempre a disposizione telefonicamente per rispondere ad ogni dubbio e sottolinea l’importanza di non fare affidamento su test di gravidanza casalinghi troppo precoci: potrebbero non rilevare l’hCG a sufficienza per dare un risultato preciso. È preferire un esame ematico circa 12 giorni dopo il transfer embrionale.