Gravidanza dopo un aborto spontaneo? Ogni donna reagisce in modo diverso, ma sicuramente per tutte si tratta di un evento traumatico, che va affrontato con attenzione e delicatezza. Il desiderio di maternità ed il timore di non riuscire nell’intento possono compromettere seriamente l’equilibrio emotivo di molte, ma altrettante invece -consapevoli che spesso si tratta di un accadimento comune e normale – si apprestano a rimettersi in forma per tentare quanto prima di concepire un nuovo bambino. Quanto tempo bisogna aspettare? Quante probabilità ci sono di rimanere incinte e portare a termine una gravidanza dopo un aborto spontaneo? La buona notizia è che, nella maggioranza dei casi, non sussistono problemi, tuttavia, talvolta alcuni fattori possono influenzare negativamente le possibilità di successo e i rischi da affrontare. Scopriamo insieme tutto quello che occorre sapere al riguardo.
Aborto spontaneo, cos’è e cosa si intende con questo termine
Quando si parla di aborto spontaneo o naturale, si fa riferimento alla cessazione di una gravidanza prima della 20ª settimana di gestazione. Si stima che circa il 15-20% delle donne che rimangono incinte vanno incontro a tale problema che è più frequente nelle primissime fasi, ovvero entro la 12ª settimana. Talvolta è così precoce che a mala pena si riesce a fare il test di gravidanza. Nella maggioranza dei casi di aborto spontaneo nelle fasi iniziali della gestazione, la causa va ricercata in anomalie cromosomiche che impediscono lo sviluppo corretto dell’embrione. È un fatto fisiologico dunque. Non sempre, inoltre, si hanno dei sintomi specifici; quando presenti possono essere i seguenti:
- sanguinamento vaginale tipo mestruazioni o spotting
- crampi addominali
- dolore alla schiena
- perdita di tessuti anomali per via vaginale, tipo grumi grandi di sangue (cosa che accade in settimane di gestazione più avanzate, ma sempre considerate di aborto spontaneo).
In qualunque modalità o momento accada, questo evento rappresenta sempre un fatto doloroso per le donne, ma è importante sottolineare che nella maggioranza dei casi avere una gravidanza sana nel futuro sarà possibile.
Gravidanza dopo aborto spontaneo, dopo quanto riprovare?
La domanda più frequente tra le donne che hanno vissuto tale esperienza è questa: dopo quanto si può riprovare ad avere un bambino dopo un aborto spontaneo? La risposta come sempre in questi casi non è mai univoca, poiché dipende da diversi fattori, tra cui le condizioni fisiche della paziente ed il tipo di aborto subito. In generale comunque è consigliabile attendere almeno un ciclo mestruale completo prima di tentare un nuovo concepimento. Tale periodo di attesa permette all’organismo femminile di rimettere in equilibrio gli ormoni, così da facilitare una gravidanza sana. Inoltre, in attesa di un nuovo ciclo, si ha la possibilità di monitorare la salute dell’utero e delle ovaie, fattori importanti per una gestazione. Si tratta comunque di fattori individuali: molte donne riescono a concepire di nuovo con successo anche subito dopo aver avuto un aborto spontaneo. Un aspetto però da non sottovalutare è quello psicologico ed emotivo. Occorre che siano pronte anche in tal senso, che abbiano superato ansie e timori di un nuovo evento negativo, al fine di affrontare con serenità la probabile gravidanza futura.
Gravidanza dopo aborto spontaneo, quali rischi e possibilità?
Le probabilità di avere una gravidanza sana dopo un aborto spontaneo sono generalmente alte: non sussistono problemi di fertilità o di gestazione a termine, poiché come abbiamo già visto, si tratta di eventi comuni e fisiologici. Tuttavia, non bisogna trascurare altri aspetti e fattori di rischio. Dopo i 35 anni, ad esempio, aumentano esponenzialmente le probabilità di incorrere in un aborto naturale, a causa di una riduzione della qualità degli ovuli. Se l’evento è dovuto ad anomalie cromosomiche ci sono buone probabilità di successo tentando di nuovo, ma se sussistono altri problemi di salute preesistenti, come endometriosi, sindrome dell’ovaio policistico o anomalie uterine, la donna potrebbe avere bisogno di trattamenti specifici per favorire una gravidanza sana. Lo stesso vale nei casi di due o più aborti consecutivi, considerabili quindi come ricorrenti: è importante rivolgersi ad uno specialista della fertilità per comprendere se esistono cause specifiche, tuttavia, anche in questi frangenti, le probabilità di una gravidanza sana restano generalmente alte.
Aborti ricorrenti e gravidanza, che fare e a chi rivolgersi?
Gli aborti spontanei ricorrenti, definiti come la perdita di tre o più gravidanze consecutive, sono un fenomeno che riguarda una piccola percentuale di donne. Sebbene la causa esatta di tali eventi non sia sempre identificabile, è importante comprendere come alcuni fattori possano contribuire alla loro manifestazione. Quali? Anomalie genetiche, disturbi ormonali, malformazioni uterine, o malattie autoimmuni. In alcuni casi, anche lo stress emotivo e fisico potrebbe avere un ruolo determinante. Quando si verificano aborti ricorrenti, è quindi fondamentale rivolgersi a uno specialista in fertilità per eseguire una serie di test diagnostici. La dottoressa Monica Antinori, uno dei principali esperti in ginecologia e fertilità, consiglia infatti alle donne che hanno subito tali eventi di sottoporsi a esami approfonditi, tra cui ecografie, test genetici e analisi ormonali, per identificare la causa sottostante. Grazie alle tecniche moderne, è possibile individuare trattamenti specifici che possono aumentare le probabilità di una gravidanza sana. Qui tutti i contatti per un appuntamento.