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La stimolazione ovarica è un elemento fondamentale nei trattamenti di PMA come la fecondazione in vitro (FIVET) o l’inseminazione intrauterina, ma è anche fonte di numerose ansie, soprattutto per gli effetti collaterali che può comportare. Conoscere a fondo questa pratica medica, capire come eseguirla, conoscere le tempistiche ed i disturbi che può provocare è il primo passo per una gestione serena del processo verso la genitorialità medicalmente assistita. Ecco, quindi, una breve guida su quello che occorre sapere.

Stimolazione ovarica effetti collaterali

Che cos’è la stimolazione ovarica e come si esegue

La stimolazione ovarica è una parte essenziale di alcuni trattamenti di riproduzione assistita. Poiché fisiologicamente le ovaie producono un unico ovulo al mese con il ciclo mestruale, per aumentare le possibilità di successo della fecondazione in vitro o della IUI (inseminazione intrauterina) è necessario averne a disposizione un numero maggiore di ovuli: la stimolazione ha questo scopo, ovvero indurre le ovaie a produrre più ovuli maturi contemporaneamente. Come si fa? Con la somministrazione di farmaci ormonali, in genere attraverso iniezioni da effettuare al domicilio. La durata della stimolazione ovarica può variare da una donna all’altra, ma generalmente dura dai 10 ai 14 giorni. Tali ormoni stimolano la crescita dei follicoli ovarici, piccole sacche piene di liquido contenenti ovuli. Durante questo periodo, viene condotto un attento controllo attraverso ecografie ed esami del sangue per monitorarne lo sviluppo: quando raggiungono la dimensione appropriata, viene somministrato un altro ormone per innescare la maturazione degli ovuli.

Stimolazione ovarica, le fasi passo dopo passo

La stimolazione ovarica è caratterizzata da tre fasi ben distinte e sono le seguenti:

  • Valutazione iniziale con l’ecografia basale: prevede l’esecuzione di un’ecografia nei primi tre giorni del ciclo mestruale, dopo l’assunzione di contraccettivi o una volta avvenuta l’ovulazione. Lo scopo principale di questa ecografia è confermare che le ovaie siano a riposo, prive di cisti o follicoli di dimensioni anormali.
  • Stimolazione ovarica controllata: gli ormoni, generalmente gonadotropine, vengono somministrati per regolare la crescita dei follicoli. Questa fase dovrebbe iniziare nei primi giorni del ciclo mestruale, idealmente il primo o il secondo giorno, con l’obiettivo di sincronizzare lo sviluppo dei follicoli per raggiungere le dimensioni appropriate. Questa è la fase più estesa, che dura circa 10-12 giorni.
  • Maturazione follicolare e ovulazione: prevede l’iniezione dell’ormone scatenante, che può essere hCG, un analogo del GnRH o una combinazione di entrambi. Questi stimolano la maturazione finale dei follicoli e innescano il rilascio degli ovuli. La somministrazione avviene circa 32-36 ore prima della procedura prevista di puntura follicolare, con l’obiettivo principale di ottenere un’ovulazione controllata.

A questo punto è possibile procedere con il pick up ovocitario, ovvero l’estrazione degli ovuli maturi da impiegare nella FIVET, quando necessario.

Effetti collaterali della stimolazione ovarica

La stimolazione ovarica è dunque una procedura medica utilizzata per indurre l’ovulazione in donne che hanno difficoltà a concepire, spesso nel contesto di trattamenti di fecondazione assistita quali la FIVET (fertilizzazione in vitro). Tuttavia, come molte terapie mediche, può comportare alcuni effetti collaterali:

  • Sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS): è una vera e propria complicanza, il rischio più grande che può essere anche grave. Si verifica quando le ovaie rispondono in modo eccessivo alla stimolazione ormonale, producendo un numero elevato di follicoli. Questo può causare gonfiore addominale, dolore, nausea, vomito, e nei casi più gravi accumulo di liquidi in eccesso nel corpo, difficoltà respiratorie e problemi renali. In tali contesti occorre subito chiamare un medico. Nei casi lievi bastano riposo ed idratazione, in quelli gravi può essere necessario il ricovero. Va evidenziato: oggi questa complicanza è piuttosto rara se ci si rivolge ad un professionista serio come la dottoressa Monica Antinori, in grado di monitorare attentamente tutta la procedura di stimolazione. Il controllo accurato serve infatti a valutare l’efficacia della terapia, la maturazione dei follicoli, ma anche ad evitare l’iperstimolazione.
  • Gonfiore e dolore addominale: questo disturbo è dovuto alla crescita dei follicoli ovarici, è generalmente temporaneo e si allevia con la fine del ciclo di stimolazione. Riposo, abiti comodi e l’uso di antidolorifici prescritti dallo specialista possono aiutare.
  • Nausea e vomito: l’aumento dei livelli di ormoni può portare a sintomi gastrointestinali come nausea e, meno frequentemente, vomito. Mantenere una dieta leggera e mangiare piccoli pasti frequenti può aiutare a ridurre il disagio. Se la nausea è grave o persistente, è consigliabile consultare il medico per eventuali farmaci antiemetici.
  • Variazioni dell’umore: gli ormoni utilizzati per la stimolazione ovarica possono influire sull’umore, causando irritabilità, ansia, depressione o sbalzi d’umore. Cercare supporto emotivo da amici, familiari o da un professionista (come uno psicologo) può essere utile.
  • Cefalea: sempre gli ormoni possono arrecare questo effetto collaterale, risolvibile di solito con analgesici leggeri come il paracetamolo.
  • Sanguinamento o spotting: anche questo è un effetto collaterale possibile e normale. Tuttavia, se il sanguinamento è eccessivo o prolungato, è consigliabile informare il medico.
  • Aumento di peso temporaneo: è dovuto alla ritenzione idrica, ma scompare con il cessare della terapia. Per contrastarlo è importante mantenere una corretta idratazione e ridurre l’assunzione di cibi salati.
  • Reazioni allergiche: si tratta di eventi rari, ma alcuni farmaci per la stimolazione ovarica possono causare reazioni allergiche, che si manifestano con rash cutaneo, prurito o gonfiore. In caso di sintomi di allergia, è necessario interrompere immediatamente il trattamento e consultare il medico. Potrebbe essere necessario cambiare farmaco.
  • Cisti ovariche: durante la stimolazione ovarica, può accadere che i follicoli non si rompano, formando cisti ovariche. La maggior parte di queste si risolve spontaneamente. In rari casi, cisti di grandi dimensioni possono richiedere un trattamento medico o, in situazioni eccezionali, un intervento chirurgico.

Va infine detto: secondo studi scientifici approfonditi, la stimolazione ovarica (fino a 6 cicli) non è correlata allo sviluppo di tumori ormono-dipendenti in futuro. Raccomandazioni generali? Consultare sempre il proprio specialista di fiducia in caso di dubbi o sintomi persistenti, poiché questo trattamento deve essere gestito sotto stretto controllo medico per minimizzare i rischi e ottimizzare i risultati.