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Durante un percorso di PMA con stimolazione ovarica e pick-up ovocitario, la grandezza dei follicoli assume un valore molto importante: è indicativa della loro maturazione e quindi della possibilità di un prelievo al fine di una fecondazione in vitro. Per tale motivo, durante la terapia ormonale, il ginecologo o l’endocrinologo riproduttivo, monitorano costantemente con ecografie e analisi del sangue le loro dimensioni. Ecco tutto quello che occorre sapere per affrontare tale iter con tranquillità.

Grandezza follicoli per pick up

Cosa sono i follicoli e come crescono

I follicoli sono delle piccole sacche che si trovano nelle ovaie e sono piene di un liquido che avvolge ovuli immaturi (o ovociti). La maggior parte di questi, in un numero ben definito sin dalla nascita, è sempre a riposo, ma mensilmente -con il ciclo mestruale- alcuni (tra i 5 ed i 20) subiscono uno sviluppo particolare o maturazione, fino ad una grandezza di circa 2-10 millimetri di diametro, diventando visibili ecograficamente. Fisiologicamente a questo punto si assiste ad una selezione naturale: uno solo continua a maturare completamente e a crescere fino ai 22-24 mm prima che si manifesti l’ovulazione, ovvero che si rompa la sacca rilasciando il gamete femminile nelle tube, pronto per essere fecondato con l’incontro degli spermatozoi. Con una stimolazione ovarica le cose cambiano: i farmaci servono a far sviluppare più follicoli fino alla maturità in modo da poter prelevare con il cosiddetto pick up ovocitario più gameti da avviare alla fecondazione in vitro.

Sviluppo e grandezza follicoli per pick up

La crescita dei follicoli durante il ciclo di fecondazione in vitro è quindi particolarmente importante e va controllata con attenzione per avere la certezza che lo sviluppo di più sacche avvenga nello stesso momento: per tale motivo, ad un certo punto della stimolazione ormonale si somministrano farmaci per innescare la maturazione di tutti i follicoli disponibili in modo da poterli prelevare contemporaneamente con il pick up prima dell’ovulazione. Follicoli troppo piccoli solitamente contengono ovociti immaturi, non utilizzabili per la fecondazione in vitro ed è per tale motivo che la grandezza degli stessi assume un significato decisivo. Durante la stimolazione ovarica i follicoli crescono di circa 1,7 mm al giorno. Lo specialista della riproduzione ne controlla lo sviluppo con ecografie e dosaggi ormonali, non solo per valutare il momento giusto del prelievo, ma anche per assicurarsi di non incappare in una sindrome da iperstimolazione ovarica. Si tratta di una condizione potenzialmente pericolosa che può verificarsi se si sviluppano un gran numero di follicoli (più di 20), se raggiungono grandi dimensioni o si incrementano eccessivamente i livelli di estrogeni. Chiaramente la crescita di queste piccole sacche sarà monitorata con ecografie e dosaggi ormonali durante tutta la fase di stimolazione. Nei primi giorni molti follicoli potrebbero essere visibili, ecograficamente, ma lo specialista prenderà a riferimento solo quelli che superano i 10 mm: la maggior parte dopo 10-12 giorni di terapia. Comunque, quando i follicoli raggiungono le dimensioni di 16-22 mm di diametro, sarà il momento giusto per il prelievo degli ovuli.

Grandezza follicoli per pick up, a chi rivolgersi

Lo specialista in fertilità, durante una stimolazione ovarica tiene sotto controllo i valori ormonali con analisi del sangue, ma soprattutto monitora le dimensioni dei follicoli attraverso un’ecografia transvaginale in vari momenti del trattamento. Questa indagine serve a contare e a misurare la crescita dei follicoli, il cui numero può anche cambiare nell’arco totale della terapia. L’obiettivo di questi test è multiplo: controllare che non si sviluppi una sindrome da iperstimolazione ovarica, aggiustare i dosaggi dei farmaci in base all’efficacia sulla singola paziente e procedere al prelievo al momento giusto. Tutto questo si inserisce in un percorso di fecondazione in vitro, che va fatto presso un centro per la fertilità qualificato e certificato, come la clinica Raprui, affidandosi a professionisti esperti come la Dottoressa Monica Antinori che la dirige. Qui è possibile avere una diagnosi accurata e poi – in base a questa- essere avviati verso la genitorialità assistita, con il trattamento più idoneo. La stimolazione ovarica ed il prelievo ovocitario si eseguono solitamente per la FIVET, l’ICSI, la donazione di ovuli o la loro crioconservazione in caso di necessità. Qui tutti i contatti per un appuntamento.