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Quale è la differenza tra FIVET ed ICSI? Comunemente chi approccia per la prima volta alla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) tende a porsi tale domanda, cercando di capire anche quale sia la tecnica migliore, la più innovativa, capace di garantire il successo del concepimento ed il raggiungimento del sogno di genitorialità. Il quesito è lecito, ma la risposta non è univoca. Si tratta di due tecniche distinte, seppur con delle peculiarità in comune, relativamente complesse, da eseguirsi in centri per la fertilità qualificati e su specifiche indicazioni. Ciò significa che la procedura ottimale dipende dal singolo caso, ovvero dalla causa della infertilità e dai precedenti di fecondazione assistita eventualmente falliti. Ecco quali sono le differenze, che è importante conoscere.

Differenza tra FIVET e ICSI

FIVET ed ICSI tecniche di PMA di secondo livello: differenza

La FIVET e l’ICSI sono due tecniche di PMA di secondo livello, caratterizzate da una specificità: l’incontro tra ovulo e spermatozoo avviene in provetta, fuori dal corpo umano. Ciò a differenza di altre procedure, come la IUI (Inseminazione Intra Uterina) – definita di primo livello- in cui il concepimento avviene naturalmente all’interno del sistema riproduttivo femminile, grazie a spermatozoi selezionati precedentemente ed inseriti al momento giusto. Sia con la FIVET che con l’ICSI, una volta avuto l’incontro tra gameti, si osserva lo sviluppo dell’embrione, fino a quando non sarà ritenuto idoneo ad essere trasferito in utero. Di solito questo passaggio avviene al terzo o al quinto giorno. La differenza sostanziale sta nel fatto che con la FIVET si mettono i gameti maschili e femminili in una provetta e si lascia che la natura faccia il proprio corso, mentre con l’ICSI lo spermatozoo viene letteralmente inserito, anzi iniettato all’interno dell’ovulo manualmente, da un professionista. La scelta di una tecnica piuttosto che l’altra dipende dal singolo caso, ma anche e soprattutto dalla causa dell’infertilità: se si è in presenza di una scarsa motilità degli spermatozoi, ad esempio, l’ICSI è la procedura necessaria.

FIVET (Fertilizzazione In Vitro ed Embryo Transfer)

La fecondazione in vitro prevede la raccolta di ovuli sani dalla donna e di spermatozoi dall’uomo: la fecondazione avviene in laboratorio, in modo naturale, inserendo in una provetta i due materiali biologici ed attendendo che la natura faccia il proprio corso. In pratica, seppur in un ambiente esterno all’organismo femminile, il gamete maschile tenderà a penetrare l’ovulo. Quando ciò avviene si sviluppa un embrione, sotto attenta osservazione; al momento giusto questo viene trasferito nell’utero materno per avviare una gravidanza. La raccolta dei gameti maschili avviene comunemente per masturbazione, mentre gli ovociti vengono prelevati con un piccolo intervento ambulatoriale, noto come pick up ovocitario o aspirazione follicolare. Il più delle volte ciò avviene dopo una stimolazione ovarica, con lo scopo di produrre più ovociti. Questa si inizia di solito il 2° o 3° giorno del ciclo: consiste nella somministrazione di iniezioni quotidiane di ormoni per 8-10 giorni; il tutto avviene sotto rigoroso controllo medico, per evitare effetti collaterali e la pericolosa iperstimolazione ovarica. Una volta che gli ovuli hanno raggiunto le dimensioni desiderate, viene somministrato un altro farmaco ormonale che innesca l’ovulazione. A tal punto si procede con il prelievo degli ovociti che saranno poi messi in provetta. Di contro il partner maschile raccoglie un campione di liquido seminale che sarà inviato e trattato in laboratorio per essere impiegato nella FIVET.  Circa quattordici giorni dopo il transfer dellembrione in utero sarà possibile effettuare il test di gravidanza. La FIVET è indicata, o meglio consigliata nei seguenti casi:

  • Infertilità tubarica, ovvero dovuta a tube ostruite
  • Disturbi dell’ovulazione
  • Endometriosi
  • Fattori immunologici
  • Oligospermia di grado lieve

ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica di Spermatozoi)

L’ICSI è una procedura di PMA più recente rispetto alla FIVET: si è sviluppata a partire dagli anni ’90, grazie a sofisticate innovazioni tecnologiche, con lo scopo di risolvere i casi di infertilità maschile grave dovuta ad un basso numero di spermatozoi o dalla mobilità ridotta. L’ICSI si distingue dalla fecondazione in vitro solo per il fatto che gli spermatozoi più sani vengono selezionati ed iniettati direttamente nell’ovulo, meccanicamente, tramite un’iniezione intracitoplasmatica. Anche in questo caso l’ovulo fecondato si svilupperà come embrione in laboratorio prima di essere trasferito nell’utero per progredire nella gravidanza. Il procedimento complessivo dell’ICSI è per il resto identico alla FIVET: si inizia nella maggior parte dei casi con una stimolazione ovarica, seguita poi dal prelievo degli ovociti. I gameti maschili vengono selezionati con grande attenzione: sarà inserito il gamete più sano e vitale. Tale tecnica è indicata in tutti quei casi in cui motilità e numero di spermatozoi sono seriamente ridotti o compromessi. Inoltre si impiega nei seguenti casi:

  • Spermatozoi morfologicamente anomali
  • In seguito a prelievo con Tesa e Tese
  • Ci sono alti livelli di anticorpi nel seme
  • Sperma congelato
  • Fallimento di fecondazione in precedente FIVET
  • Ovuli congelati

FIVET ed ICSI, differenza nel dettaglio

Come già affermato, la differenza più importante tra queste due tecniche di PMA consiste nel modo in cui l’ovulo viene fecondato. Con la fecondazione in vitro, molti spermatozoi e più ovuli vengono posti in una piastra detta capsula di Petri o più comunemente provetta e si attende che l’incontro tra i gameti avvenga da solo; l’ICSI invece coinvolge una tecnologia e strumenti di alto livello per selezionare gli spermatozoi più forti da iniettare nell’ovulo più sano invece di lasciare che gli stessi trovino da soli la strada. L’iniezione, ovvero la fecondazione, avviene dunque al microscopio, grazie ad un ago sottilissimo, tale da permettere il passaggio del gamete maschile e non rovinare quello femminile. Con la fecondazione in vitro, tutti gli ovuli raccolti vengono combinati con tutti gli spermatozoi e gli embrioni rimanenti possono essere congelati per un eventuale impiego futuro. Con l’ICSI, invece non vengono impiegati necessariamente tutti gli ovuli raccolti e dunque possono essere crioconservati per un utilizzo futuro. Ambedue le tecniche consentono di eseguire test cromosomici (NGS) degli embrioni per verificare eventuali anomalie ed aumentare le possibilità di esito positivo di una gravidanza a termine, diminuendo cioè le probabilità di aborto spontaneo. La fecondazione in vitro ha tassi di successo più alti della IUI, ma inferiori all’ICSI. La FIVET infatti, lascia spazio a problematiche fisiologiche, come ad esempio lo spessore della parete esterna dell’ovulo che non permette la fecondazione. Tali limiti sono superati con l’iniezione intracitoplasmatica. Tutto però dipende dai singoli casi e da molti fattori:

  • la diagnosi di infertilità ed indicazioni mediche
  • l’età dei partner
  • qualità dei gameti
  • qualità dell’embrione
  • spessore dell’endometrio
  • eventuali anomalie dell’utero.

Per tali motivi non è possibile stabilire a priori quale sia la tecnica migliore. Occorre rivolgersi ad un centro per la fertilità qualificato e a professionisti del settore come la dottoressa Monica Antinori che in base alla diagnosi e all’anamnesi potrà consigliare il trattamento più giusto per la coppia.