La procreazione medicalmente assistita o PMA rappresenta un insieme di tecniche e trattamenti che aiutano le coppie con problemi di fertilità a concepire un bambino. Una delle fasi più importanti della PMA è il prelievo degli ovuli dalla donna, che poi andranno fecondati in laboratorio con gli spermatozoi del partner o di un donatore. Questa fase della fecondazione assistita, nota anche come pick-up ovocitario, richiede una certa preparazione e tempi ben precisi. Ecco tutto quello che occorre sapere al riguardo: come avviene il prelievo, con quale modalità, in che tempi e quali rischi se sussistono.
Prelievo ovuli per PMA: modalità
Il prelievo degli ovuli nell’ambito di un percorso di procreazione medicalmente assistita si effettua dopo aver stimolato farmacologicamente la produzione di più ovociti da parte delle ovaie, anziché il singolo e fisiologico ovulo mensile. La stimolazione dura circa due settimane e richiede un attento monitoraggio ecografico ed ormonale al fine di valutare la corretta crescita dei follicoli, che contengono gli ovociti. È importante effettuare i dovuti controlli in questa fase per individuare il momento migliore per il pick-up, ma soprattutto per evitare un’iperstimolazione ovarica, pericolosa anche per la vita della paziente. Quando i follicoli raggiungono la giusta dimensione e dunque maturazione, si somministra un ultimo farmaco ormonale in grado di indurre l’ovulazione, entro 36 ore circa. È a questo punto che si può procedere con il prelievo degli ovuli. Si esegue in anestesia locale o sedazione, solitamente in ambulatorio e dura circa 15-20 minuti. Non richiede il ricovero, ma solo un paio d’ore di osservazione dopo la procedura. Come avviene? Lo specialista inserisce una sonda ecografica per via vaginale dotata di un catetere con un ago sottile in grado di arrivare ai follicoli ovarici. Da questi viene così aspirato il liquido interno, ricco di ovociti da inviare nel laboratorio di embriologia dove potranno essere selezionati per la fecondazione assistita.
Prelievo ovuli per PMA: quali sono i tempi da calcolare?
Le tempistiche per arrivare al prelievo di ovuli in un percorso di PMA sono abbastanza standardizzate, ma possono subire variazioni in base a diversi fattori, come l’età della paziente, la sua riserva ovarica, la risposta alla stimolazione e la tecnica impiegata. In generale possono comunque essere così calcolate:
- Il ciclo di stimolazione ovarica dura circa due settimane.
- Il prelievo degli ovuli avviene circa 36 ore dopo l’iniezione dell’ormone che induce l’ovulazione.
- La fecondazione degli ovuli in laboratorio avviene entro 3-4 ore dal prelievo.
- Il trasferimento degli embrioni nell’utero della donna avviene dopo 2-5 giorni dalla fecondazione.
- Il test di gravidanza si effettua dopo circa due settimane dal trasferimento.
In taluni contesti, come ad esempio in caso di ovodonazione, o in presenza di un discreto numero di ovuli prodotti oppure semplicemente perché la paziente non è pronta al transfer embrionale, gli ovociti possono essere crioconservati. Tuttavia, i tempi e le modalità che riguardano il prelievo non cambiano.
Prelievo ovuli per PMA: quali sono i rischi?
Il prelievo degli ovuli per la PMA è una procedura decisamente sicura e poco invasiva, ma come tutte le pratiche mediche può comportare alcuni rischi o complicazioni. Tra questi possiamo trovare:
- Il rischio di infezioni o emorragie a livello vaginale o pelvico, dovute alla perforazione della parete vaginale o dei vasi sanguigni. Si tratta di episodi rarissimi, che comunque possono essere trattati.
- Il rischio di sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS), è sicuramente quello più rilevante e pericoloso che però non riguarda il prelievo di per se stesso, quanto la fase di preparazione precedente. Si tratta di una condizione in cui le ovaie reagiscono eccessivamente agli ormoni e si gonfiano, provocando dolore addominale, nausea, vomito, gonfiore e difficoltà respiratorie. Questa sindrome può essere lieve, moderata o grave e richiede un’adeguata terapia medica. Per prevenirla, è fondamentale monitorare attentamente la risposta ovarica alla stimolazione con dosaggi ed ecografie e adeguare le dosi dei farmaci.
- Il rischio di gravidanze multiple: si ha quando vengono trasferiti più embrioni nell’utero della donna, ma anche in questo caso il rischio non è correlato al pick-up ovocitario.
Prelievo ovuli PMA: perché affidarsi alla dottoressa Monica Antinori
La dottoressa Monica Antinori è una delle maggiori esperte di procreazione medicalmente assistita in Italia e nel mondo. Dirige il centro per la fertilità Raprui a Roma, una struttura all’avanguardia che offre un’ampia gamma di servizi e trattamenti per le coppie con problemi di fertilità. Tra questi, il prelievo degli ovuli per la PMA, eseguito con la massima professionalità, competenza e sicurezza. La dottoressa Antinori segue personalmente ogni paziente, dalla diagnosi alla terapia, garantendo un’assistenza personalizzata e di qualità. Affidarsi a lei significa scegliere un’eccellenza nel campo della procreazione medicalmente assistita, con una lunga esperienza e una comprovata capacità di ottenere risultati positivi. È inoltre autrice di numerosi articoli scientifici e partecipa a congressi e seminari internazionali sul tema della medicina della riproduzione. Per maggiori informazioni sul prelievo degli ovuli per la PMA o su altri trattamenti per la fertilità basta visitare il sito ed accedere ai contatti. La dottoressa Antinori e il suo staff saranno lieti di rispondere alle vostre domande e di offrirvi una consulenza.