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Quali sono gli esami per la fertilità a cui un uomo ed una donna dovrebbero sottoporsi quando non riescono a concepire un bambino?  Prima di entrare nel merito dei singoli test è importante ricordare che l’OMS definisce una coppia come infertile quando non riesce a concepire dopo un anno di rapporti mirati e non protetti, o sei mesi se la donna è over 35 anni. L’infertilità di fatto è una condizione più comune di quanto non si creda. Si stima che colpisca circa il 15% delle coppie. Può essere dovuta a fattori maschili, femminili, o di entrambi i partner, mentre in alcuni casi non si riesce a identificare una causa specifica. Per raggiungere il sogno della genitorialità è importante quindi affidarsi ad uno specialista della fertilità, al fine di effettuare una diagnosi e trovare una soluzione.

23. Esami fertilità per lui e per lei – Dott.ssa Monica Antinori

La diagnosi dell’infertilità

Quando una coppia ha difficoltà a concepire un bambino, è utile che si rivolga ad un centro per la fertilità o comunque ad uno specialista andrologo o ginecologo che lavori in team con altri specialisti del settore. Poiché le cause dell’infertilità possono essere sia maschili che femminili (o di entrambi i partners) è opportuno affrontare l’iter diagnostico insieme. È fondamentale, per ottimizzare i tempi, non trascurare nulla nella terapia ed avere certezze sulle possibilità di soluzione. Non va trascurato l’aspetto emotivo: sottoporsi insieme ai diversi test per la fertilità, può aiutare a vivere questa esperienza emotiva più uniti, consapevoli e coinvolti. Un operatore sanitario esperto sin dalla prima visita può fornire indicazioni adeguate su quando sottoporsi a determinati esami e a quali. Di seguito un elenco dei più comuni.

Esami fertilità per lui, quali sono?

Per concepire un bambino è necessario che un gamete maschile (spermatozoo) fecondi un ovulo femminile. Laddove gli spermatozoi siano lenti, pochi, o morfologicamente non in grado di penetrare la struttura dell’ovulo, la gravidanza diventa improbabile, impossibile o comunque almeno difficile da ottenere. Numerosi problemi di salute possono indurre problemi agli spermatozoi, per cui una valutazione della fertilità maschile non può che mirare ad identificare la salute dei gameti ed eventualmente scovare la causa delle anomalie. Uno specialista della fertilità maschile, in genere urologo o andrologo, inizia solitamente l’approccio diagnostico con un’accurata anamnesi del paziente volta ad individuarne la storia clinica, il pregresso di infezioni urogenitali, varicocele, esposizione ad agenti esterni di varia origine e tipologia, all’uso di farmaci ed abuso di sostanze. Fondamentale in questo contesto è anche l’esame fisico che comprende la misurazione di peso ed altezza, il grasso corporeo, l’ispezione dei genitali e dei seni, ma anche dei capelli e della cute, per individuare sintomi di determinate problematiche come, ad esempio, la carenza di testosterone. Fondamentale e spesso derimente è poi lo spermiogramma. Si tratta di un esame specifico mirato all’analisi dell’eiaculato maschile, per ottenere informazioni sulla quantità numerica degli spermatozoi, ma anche sulla loro forma e motilità. In genere se questo test ha risultati con valori anomali, si tende a ripetere dopo una o due settimane per avere una conferma. Altri esami che vengono comunemente prescritti a seconda della situazione e del sospetto diagnostico sono:

  • Esami del sangue con dosaggi ormonali (quando la concentrazione degli spermatozoi è bassa, lo specialista può prescriverli per comprendere se la causa è ormonale)
  • Test genetici: se si sospettano anomalie cromosomiche, correlate a patologie che possono provocare infertilità
  • Ecografia transrettale , se si sospetta un’ostruzione ad esempio dei vasi deferenti
  • Test delle urine post-eiaculazione, quando vi è il dubbio di un’eiaculazione retrograda
  • Biopsia testicolare: in genere si esegue in caso di azoospermia; la presenza di spermatozoi in questo tessuti , ma non nell’eiaculato suggerisce un’ostruzione nel tratto riproduttivo.

Esami fertilità per lei, quali sono?

Anche per valutare la fertilità femminile esistono numerosi test ed esami, non sempre tutti necessari. Si procede per gradi, andando ad escludere a poco a poco le cause più comuni e facilmente identificabili. Lo specialista della fertilità femminile, in genere un ginecologo con lunga esperienza, come la dottoressa Monica Antinori, inizia l’iter diagnostico solitamente con un’anamnesi, comprensiva della storia mestruale della paziente (ovvero se si ha un ciclo irregolare, amenorrea, ovulazione dolorosa o meno, eccetera) e di un esame fisico. Altri esami comunemente prescritti sono:

  • Dosaggi ormonali: sono analisi del sangue atti a controllare i livelli in circolo di sostanze fisiologiche correlate alla fertilità femminile come l’ormone follicolo-stimolante (FSH), l’estradiolo e l’ormone anti-mülleriano (AMH) per valutare il funzionamento delle ovaie, l’ormone stimolante la tiroide (TSH) per testare la funzione tiroidea ed infine la prolattina.
  • Ecografie ed altri test per valutare la morfologia dell’utero e la pervietà delle tube di Falloppio:  anomalie come un utero setto, ma anche fibromi e polipi possono contribuire all’infertilità. La cicatrizzazione e l’ostruzione delle tube di Falloppio possono invece verificarsi a seguito di malattia infiammatoria pelvica, endometriosi o aderenze pelviche dovute a infezioni addominali o interventi chirurgici pregressi.
  • L’isterosalpingogramma (HSG): è un esame più approfondito e leggermente invasivo che ha lo scopo di diagnosticare anomalie strutturali dell’utero e delle tube di Falloppio.
  • Sonoisterogramma: è un tipo di ecografia pelvica che prevede l’inserimento di un liquido di contrasto sterile attraverso un catetere nell’utero e quindi l’osservazione con gli ultrasuoni sia dell’utero che delle tube.
  • Isteroscopia: prevede l’inserimento di una piccola telecamera attraverso il canale cervicale per osservare dall’interno il rivestimento dell’utero. L’isteroscopia può essere sia diagnostica che operativa, ovvero può essere impiegata anche per trattare un’anomalia, come ad esempio per aprire tube ostruite.
  • Laparoscopia: è più invasiva ed è richiesta solo in rari casi. Non è di routine per la valutazione della fertilità della donna.
  • Test genetici: sono suggeriti in caso di sospette anomalie genetiche o cromosomiche correlate all’infertilità.

Esami fertilità per lui e per lei, la consulenza genetica

La consulenza genetica è spesso raccomandata, anche se non sempre è necessaria. È infatti importante comprendere tutti gli aspetti di un concepimento e quindi è opportuno approfondire anche questo: la coppia può trasmettere un gene anomalo al bambino, e tale anomalia può avere un forte impatto sulla gravidanza o sulla qualità della vita del nascituro. Esistono trattamenti che possono prevenire alcune pericolose condizioni genetiche, non ultimo il test genetico preimpianto, proprio per verificare l’assenza dell’anomalia genetica nell’embrione prima di trasferirlo nell’utero materno. Ma quali sono questi test?

  • Cariotipo genetico: è un’indagine sui cromosomi dell’uomo e della donna, che si effettua tramite un prelievo del sangue. Non è un test di routine; si esegue solitamente in caso di infertilità che non si riesce a spiegare, aborti spontanei ricorrenti, basso numero di spermatozoi, anovulazione.
  • Screening dei portatori: non è un test per la fertilità poiché indaga la possibilità di trasmettere al feto delle malattie genetiche da parte di uno o entrambe i genitori, ma a prescindere viene eseguito comunemente prima di qualsiasi trattamento di procreazione medicalmente assistita.

Esami fertilità per lui e per lei, a chi rivolgersi e cosa fare?

Il primo passo da fare è rivolgersi a medici specialisti. Il proprio ginecologo o andrologo vanno benissimo per i test iniziali, ma è importante che lavorino in sinergia, come accade in un centro per la fertilità qualificato. La dottoressa Monica Antinori, professionista di lunga esperienza, dirige il centro per la riproduzione assistita della clinica Raprui ed è nel suo settore un vero luminare. Con il suo team può aiutare ad effettuare una diagnosi precisa del problema ed avviare il conseguente percorso terapeutico o di fecondazione assistita.

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