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L’ecografia transvaginale è un esame medico utile per valutare la salute dell’apparato riproduttivo femminile ed alcuni aspetti della fertilità, anche in relazione a percorsi di PMA. A chi rivolgersi a Roma per una diagnosi sicura? Come si esegue ed in quali casi? Ecco tutto quello che devi sapere al riguardo.

Ecografia transvaginale per PMA

L’ecografia transvaginale è un esame medico che utilizza ultrasuoni per sviluppare immagini del sistema riproduttivo femminile. Può essere impiegata nei controlli di routine, ma anche per diagnosticare alcune cause di infertilità femminile come, ad esempio, anomalie della struttura dell’utero, delle ovaie, delle tube di Falloppio, della cervice uterina, dell’endometrio, vescica o comunque della cavità pelvica; può essere anche tridimensionale o 3d, ed è preferibile poiché favorisce una visione migliore degli organi; nel medesimo contesto permette di valutare le arterie e le vene collegate a questi organi ed il corretto flusso del sangue; si usa inoltre comunemente nei percorsi di PMA (Procreazione Medicalmente assistita): serve a verificare che non vi siano alterazioni tali da influire negativamente sul percorso di fecondazione, ma soprattutto per monitorare lo sviluppo dei follicoli ovarici durante il ciclo di trattamento. Questa tecnica dunque può aiutare a determinare il momento ottimale per la raccolta degli ovociti per una FIVET o per l’inseminazione intrauterina o IUI.

Ecografia transvaginale per PMA a chi rivolgersi a Roma

Un’ecografia transvaginale o pelvica viene eseguita da un professionista sanitario qualificato (ecografista, radiologo o ginecologo), in una qualunque sala ambulatoriale dotata della giusta apparecchiatura. Tuttavia, in caso di diagnosi di infertilità o di controlli relativi ad un percorso di PMA è utile che a fare il test sia il ginecologo che sta seguendo la paziente: la capacità di effettuare tale indagine adeguatamente è uno dei segni della sua competenza. Chi si occupa di riproduzione medicalmente assistita infatti deve saperla fare per riconoscere anche piccolissime anomalie (suggerite dall’esperienza), così come cambiamenti appena percettibili nell’endometrio rispetto al precedente controllo: in pratica l’ecografista in questione deve sapere cosa cercare e dove, ma anche comprendere se i follicoli sono giunti alla giusta maturazione per programmare rapidamente il prelievo degli ovociti. Affidarsi a foto e referti di un altro specialista può indurre in errori importanti, non volontari, ma solo perché comunemente si prendono in considerazione altri parametri. È per tale motivo che al primo appuntamento in un centro per la fertilità in genere viene consigliato di effettuare una nuova ecografia, sul posto.

A Roma, una ginecologa specializzata in infertilità di coppia e PMA che gestisce anche questa pratica diagnostica è la dottoressa Monica Antinori. Con quasi 20 anni di esperienza nel settore, offre ai suoi pazienti visite specialistiche, indagini diagnostiche, in particolare l’isteroscopia, e supervisione del percorso iniziato con lei e poi affidato alle cure di altri specialisti del suo team. Il tutto con grande disponibilità, umanità e capacità di ascolto, e l’obiettivo di trovare il giusto percorso per portarlo a termine nel migliore dei modi. Da 10 anni la dottoressa Antinori dirige il centro Raprui per la fertilità, dove è anche responsabile per la PMA e visita, in Via Timavo, 2 a Roma, oltre che presso l’Istituto De Blasi di Reggio Calabria. Per prendere un appuntamento trovi qui tutti i contatti.

Ecografia transvaginale come si fa e preparazione

L’ecografia transvaginale è un esame medico che utilizza un trasduttore a ultrasuoni per creare immagini dei tessuti e degli organi all’interno del bacino, compresi l’utero, le ovaie e il collo dell’utero. Questo tipo di esame viene solitamente eseguito dalle donne per valutare la salute degli organi riproduttivi, ad esempio durante una gravidanza, per diagnosticare problemi ginecologici come cisti, tumori o disturbi della fertilità, nonché nei percorsi di fecondazione assistita per valutare la maturazione dei follicoli ovarici. Durante l’esame, la paziente deve sdraiarsi sul lettino dell’ecografista in posizione supina con le gambe leggermente divaricate e piegate. Un piccolo sensore, ovvero un trasduttore, ricoperto da una guaina sottile e protettiva simile ad un profilattico, permeata di lubrificante, viene introdotto attraverso la vagina: le onde sonore emesse creano in tempo reale delle immagini degli organi e dei tessuti all’interno del bacino, utili alla diagnosi del caso. Questa indagine è solitamente ben tollerata, può arrecare al massimo una sensazione di disagio simile a quella di una visita ginecologica, non necessita di anestesia e dura al massimo 15-30 minuti. Non comporta l’uso di radiazioni o somministrazioni di sostanze particolari per cui è anche molto sicura. A differenza della più tradizionale ecografia pelvica, la transvaginale non necessita di particolari preparazioni: si può esegue tranquillamente a vescica vuota. La risposta al quesito diagnostico avviene in tempo reale, anche se l’operatore può richiedere del tempo per scrivere il referto, in genere può comunicare immediatamente il risultato a voce.  L’esame può essere eseguito anche durante il periodo mestruale, anzi in taluni casi può essere il momento giusto.