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L’HPV o infezione da Papillomavirus umano, è un riscontro molto frequente nelle persone sessualmente attive. Spesso guarisce da solo, senza il ricorso ad una cura specifica, non da sintomi e non lascia conseguenze importanti. Tuttavia, è bene ricordare che è correlato allo sviluppo di tumori del collo dell’utero e dunque va tenuto sotto controllo o quantomeno, vanno fatti dei test specifici per individuarne l’eventuale presenza e stabilire un monitoraggio attivo. Questo vale sempre. Ed in gravidanza? Può provocare problemi o essere trasmesso al bambino? È un argomento che ricorre durante i percorsi di maternità e che merita chiarezza. È dunque importante distinguere due cose: l’infezione da HPV in sé, e le eventuali alterazioni che quel virus può causare (come le modificazioni delle cellule del collo dell’utero). Anche durante la gestazione si possono adottare strategie di monitoraggio, che vanno concordate con il proprio ginecologo.  Ecco cosa occorre sapere al riguardo in 7 punti!

Hpv e gravidanza, tutto quello che c’è da sapere in 7 punti

1 Cos’è l’HPV e cosa cambia in gravidanza

Cosa è l’HPV? Non ne esiste uno solo! Con questo acronimo si racchiude un vasto gruppo di virus (oltre 150 tipi) che si trasmettono prevalentemente per via sessuale. Molte tipologie sono asintomatiche e vengono facilmente eliminate dall’azione del sistema immunitario. Esistono però alcuni ceppi definiti “ad alto rischio” in quanto possono provocare alterazioni della cervice uterina che, nel lungo termine, sono in grado di evolvere in un tumore. In gravidanza tutto l’organismo e l’apparato riproduttivo della donna subiscono cambiamenti e ciò può indurre una diminuzione della funzionalità del sistema immunitario, così come una maggiore vascolarizzazione della cervice uterina, fattori che possono favorire lo sviluppo di condilomi (papillomi) genitali, e se già presenti, il loro moltiplicarsi ed aumento di dimensioni, talvolta anche con sanguinamento. Inoltre, le fluttuazioni ormonali e la produzione di secrezioni vaginali più abbondanti creano un ambiente che può favorire l’episodio visibile di verruche genitali. Detto ciò, va sottolineato: la positività per HPV non è sinonimo di problemi in gravidanza. Molte donne che ne sono affette vivono una gestazione del tutto normale. È importante, comunque, un monitoraggio della situazione.

2 HPV e gravidanza, ci sono rischi?

La maggior parte delle donne incinte con HPV non presenta complicazioni gravi, sia per il feto che per la salute materna ed il proseguo della gestazione. Tuttavia, alcuni studi scientifici evidenziato delle associazioni tra infezione da HPV e maggior rischio di alcuni eventi ostetrici: nascita prematura, rottura prematura delle membrane, basso peso del neonato, restrizione di crescita intrauterina. Si tratta però di dati non ancora del tutto confermati, abbastanza contrastanti con altri lavori e che non stabiliscono una diretta causa-effetto. Perciò: sì, esistono potenziali rischi, ma non sono la norma e spesso i dati sono ancora poco definitivi.

3 Hpv: perché è importante monitorare questa infezione?

Cosa succede alla cervice uterina in presenza di un’infezione da HPV? Se è presente da molto tempo, le cellule del collo dell’utero possono subire delle modificazioni, note come displasia. Sono alterazioni identificabili con il Pap test e l’HPV-DNA test. Si tratta di indagini diagnostiche di screening sicure, che si possono eseguire anche durante la gravidanza se sussistono indicazioni. Laddove presenti, le modificazioni cellulari non richiedono necessariamente un trattamento immediato: spesso si attende il termine della gestazione e si rivaluta la situazione nel postpartum. Se invece l’infezione ha dato origine a verruche genitali (condilomi)? Nei 9 mesi possono aumentare di dimensioni o numero proprio per i cambiamenti ormonali e della circolazione; di solito non danno problemi, ma se diventano così grandi da ostruire il canale del parto o sanguinare, il ginecologo può valutare la loro rimozione o optare per un taglio cesareo. In sintesi: se si ha l’HPV in gravidanza basta seguire un buon piano di monitoraggio, raramente servono interventi invasivi.

4 Trasmissione al neonato e modalità del parto

La trasmissione materno‑fetale è possibile, benché rara. Laddove si manifesti, nella maggioranza dei casi non provoca problemi. Rarissimi gli episodi di Papillomatosi laringea ricorrente (lesioni da HPV alle vie aeree del bambino). Il taglio cesareo non è obbligatorio in caso di infezione. Dipende essenzialmente dalla presenza di grandi condilomi che potrebbero ostacolare il canale durante un parto vaginale. Non esistono evidenze scientifiche -infine- che l’HPV si trasmetta tramite l’allattamento materno.

5 Gestione dell’HPV durante la gravidanza: cosa fare, cosa evitare

Cosa fare dunque se si è affette da HPV in gravidanza? Continuare il monitoraggio ginecologico regolare, comprensivo di Pap test/HPV test se indicato. Se i condilomi non creano sintomi si può attendere la fine della gestazione, per trattarli, altrimenti si valuta l’opzione terapeutica con lo specialista (crioterapia, laser o rimozione, o parto cesareo). Da sottolineare: non esiste una cura antivirale per questo virus, per cui vanno evitati tutti gli ipotetici rimedi fai-da te o altri medicinali, non specificatamente prescritti dal ginecologo. È altresì utile mantenere uno stile di vita che supporti il sistema immunitario.

6 Programmazione della gravidanza

Se si sta programmando una gravidanza e si ha già una diagnosi di positività al Papillomavirus umano, o quella di alterazioni cervicali in atto, è utile valutare alcuni passaggi prima di provare a concepire un bambino. È importante, ad esempio, stabilire il tipo di HPv, se è ad alto rischio e se sono già presenti alterazioni significative. In questi casi andrebbe trattato prima il problema, poiché durante la gestazione il trattamento -se necessario- è limitato. Negli altri casi l’HPV da solo non è un ostacolo. Il vaccino esiste: ma non è raccomandato in gravidanza. Può essere somministrato prima di concepire un bimbo.

7 Cosa succede dopo il parto e come seguire l’HPV nel postpartum

Dopo la nascita del bambino, il momento postpartum è molto importante per il controllo dell’HPV e per il recupero della cervice. È generalmente consigliato un controllo dopo alcune settimane, per valutare se l’infezione è ancora presente o se sussistono alterazioni meritevoli di un monitoraggio o un trattamento. Spesso l’infezione regredisce spontaneamente nei 9 mesi, mentre precedenti verruche possono recidivare. Non ci sono rischi per l’allattamento. Se non lo si è fatto prima, il post partum è un buon momento per pensare alla vaccinazione contro l’HPV. Per ogni dubbio è sempre importante parlare con il proprio ginecologo di fiducia. La dottoressa Monica Antinori è a disposizione per consulti e visite specialistiche. Per un appuntamento qui tutti i contatti.

 

 

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