Una seconda gravidanza è sempre una scelta emozionante, ma può provocare qualche apprensione se il primo figlio è venuto al mondo con un parto cesareo. Quali tempi bisogna rispettare per la guarigione dei tessuti? È sicura? Ci saranno sintomi diversi e a quali bisogna prestare maggiore attenzione? Occorrerà per forza sottoporsi ad un altro taglio? Questi sono i dubbi più frequenti per le future mamme. Qui tutte le risposte per vivere il percorso verso una nuova maternità con sicurezza e tranquillità.

Parto cesareo: cosa occorre sapere, prima di avere un altro figlio
Il cesareo è un intervento chirurgico vero e proprio che prevede il taglio di diversi tessuti: la pelle, la fascia muscolare sottostante, la parete addominale e ovviamente l’utero. È un’operazione che prevede, dopo la nascita del bambino, dei punti di sutura per richiudere i tessuti stessi ed avviarli alla cicatrizzazione, che richiede del tempo per consolidarsi. Non tutti però guariscono allo stesso ritmo: la cute si richiude in poche settimane, ma le parti interne richiedono periodi più lunghi per raggiungere una solidità ottimale. Per tale motivo, molti ginecologi suggeriscono di aspettare un determinato tempo prima di concepire un secondo figlio. L’obiettivo principale è quello di permettere di riacquisire la forma adeguata e ridurre il rischio di complicanze legate alla cicatrice (ad esempio, deiscenza o rottura). La letteratura scientifica raccomanda attese variabili, con un minimo di 6 mesi, ma il più delle volte è consigliato dagli specialisti di aspettare almeno 12-18mesi tra un cesareo ed una seconda gravidanza. In ogni caso, la decisione dipende dal singolo caso e dai fattori correlati, come lo stato di guarigione individuale, l’età, il numero dei figli desiderati ed eventuali fattori di rischio preesistenti.
I rischi legati alla gravidanza successiva dopo un cesareo
E se si rimane incinta prima di tali tempistiche? O comunque esistono pericoli a prescindere? Una volta concepito il secondo bambino dopo un taglio cesareo, è importante essere consapevoli della presenza di alcuni rischi a cui prestare attenzione, anche se di fatto sono rari. Questi sono:
- Rottura uterina: uno dei timori maggiori, ovvero il motivo principale per cui si valuta sempre la modalità del parto, anche se con incisioni orizzontali ben eseguite e in assenza di altri problemi, l’eventualità è decisamente bassa
- Placenta previa o accreta: la cicatrice uterina aumenta lievemente il rischio che la placenta si attacchi in modo anomalo o vicino al segmento inferiore, condizione che richiede monitoraggio e preferibilmente un parto programmato con nuovo cesareo
- Problemi di salute materna: in generale una gravidanza in un utero già operato necessita di attenzioni maggiori, controlli più frequenti e vigilanza su eventuali segnali inattesi.
A prescindere da tali potenziali rischi, va sottolineato come la maggioranza delle gravidanze successive ad un cesareo decorre bene ed il parto può avvenire anche in modo spontaneo, se la guarigione dei tessuti è avvenuta adeguatamente; ciò a differenza di quanto si pensava in passato. In tale contesto, una consulenza con il ginecologo prima di concepire un secondo bambino, è sempre utile, per valutare insieme i tempi, le condizioni e il percorso più sicuro per la mamma e il bebè.
Seconda gravidanza dopo cesareo: i sintomi e cosa fare
Quindi quali sono i sintomi durante una seconda gravidanza dopo cesareo, e come distinguere ciò che è “normale” da ciò che merita attenzione? La maggioranza dei disturbi sarà perfettamente eguale alla prima gestazione: nausea, stanchezza, tensione mammaria, modificazioni del ritmo intestinale. Tuttavia, alcuni nuovi segnali possono essere indicativi a causa del precedente cesareo:
- Dolore o fastidio nella zona della cicatrice, soprattutto nei primi mesi e se questa non è completamente guarita o ha sviluppato aderenze; si può percepire anche una sorta di tensione o tiraggio, quando l’utero cresce e dunque l’area operata viene “stirata”.
- Sanguinamenti o spotting: sono sintomi comuni in una gestazione, ma se le perdite sono consistenti e/o accompagnate da dolore è importante segnalarli prontamente; possono essere legati all’impianto o ad altri fattori ed una cicatrice uterina non consolidata, non va trascurata.
- Contrazioni uterine precoci o dolorose; se sono frequenti, regolari, dolorose o associate a sanguinamento, è importante accertarsi che non si tratti di un parto prematuro o di un problema alla cicatrice uterina.
- Dolori addominali o crampi: lievi e saltuari sono fisiologici, non devono indurre preoccupazioni, ma dolori forti, persistenti o localizzati soprattutto nella zona del taglio cesareo vanno indagati.
- Disturbi della placenta: se questa si sviluppa ed attacca troppo vicino alla cicatrice, si possono avere sensazioni di pressione e fastidi; in casi di placenta accreta, il rischio va ben valutato con ecografie e controlli specifici.
- Gonfiore, senso di pesantezza, stanchezza accentuata: sono più frequenti in caso di età avanzata materna, sovrappeso, o scarsa elasticità dei tessuti, in parte dovuta all’intervento precedente.
Cosa fare dunque? Rivolgersi ad un ginecologo attento e premuroso come la dottoressa Monica Antinori, per concordare insieme un percorso di controlli più frequenti ed accertamenti mirati, come un’ecografia specifica che valuti lo spessore della cicatrice uterina o la presenza di anomalie o aderenze. Qualunque perdita ematica significativa, dolore acuto persistente, calo dei movimenti fetali va segnalato subito ed insieme allo specialista va valutata sin dal secondo trimestre l’opzione di parto migliore, naturale o nuovo cesareo, basandosi sulle caratteristiche del caso (tipo di incisione, condizioni della cicatrice, salute materna e fetale). Qui tutti i contatti per un primo appuntamento con la dottoressa Antinori.


