L’ectropion uterino è spesso definito semplicemente come una “piaghetta” del collo dell’utero: è una diagnosi che può creare apprensione, ma nella maggioranza dei casi è una condizione benigna e quindi è giusto mettere da parte l’ansia ed affrontarla in modo consapevole e con attenzione, per risolvere anche gli spiacevoli sintomi che può provocare. Cos’è di preciso? Quali sono le cause e come si cura? Quando è importante rivolgersi ad un ginecologo? Ecco tutto quello che occorre sapere.

Ectropion utero: cos’è
Il termine medico “ectropion” (o “ectopia”) deriva dal greco e indica la presenza di un tessuto “fuori” dal suo posto abituale. In ambito ginecologico, quando si parla di ectropion uterino o ectopia cervico‑uterina, si fa infatti riferimento alla presenza di cellule provenienti dal canale cervicale che arrivano ad estendersi verso l’esterno, sviluppandosi sulla cervice. Comunemente viene definito anche piaghetta del collo dell’utero, proprio perché si manifesta visivamente così, come una piccola lesione, rialzamento, o macchia rossa in quell’area. Nella maggioranza dei casi si tratta di una condizione anatomica benigna e quindi non deve destare preoccupazione. Può essere congenita o acquisita, ovvero sviluppata nel corso della vita. Si scopre attraverso visite ginecologiche di routine, semplici, quando lo specialista analizza il collo dell’utero con uno speculum. Non è indicativa di un problema grave, ma comunque è utile conoscerne cause, caratteristiche, rischi e sintomi, e poi ovviamente, le possibilità di cura.
Ectropion utero: cause
L’ectropion utero può svilupparsi per diversi motivi, talvolta combinati tra loro, come i seguenti:
- Fattori ormonali: l’ectropion si osserva di frequente in donne in età fertile, quando cioè i livelli di estrogeni sono più elevati. Tali ormoni stimolano infatti la mucosa cervicale e può capitare che favoriscano in tal modo la migrazione di alcune cellule nel canale della cervice uterina; per tale motivo è più comune durante l’adolescenza, in gravidanza o in chi assume contraccettivi ormonali
- Infiammazioni ricorrenti, infezioni o irritazioni: se il collo dell’utero è soggetto a tali condizioni, l’epitelio squamoso della superficie può danneggiarsi o scomparire, lasciando spazio alle cellule interne
- Parti, manipolazioni cervicali, dilatazioni: anche in questi casi l’epitelio può essere alterato, favorendo lo sviluppo di un ectropion
- Fattori congeniti (ectopia vera): quando è presente sin dalla nascita, per una sovrapposizione di epitelio endocervicale oltre l’orifizio uterino, che non si è “ritratto” dopo lo sviluppo fetale.
Ectropion utero, sintomi
Spesso questa condizione è asintomatica e si scopre casualmente durante una comune visita ginecologica. Talvolta però può essere segnalata da alcuni disturbi, come i seguenti:
- Perdite di sangue dopo un rapporto intimo, più o meno copiosa: dono dovute alla fragilità dei vasi sanguigni nella zona esposta al contatto coitale
- Spotting intermestruale, ovvero piccole perdite ematiche tra un ciclo e l’altro
- Aumento di secrezioni vaginali (leucorrea), di solito biancastre e non purulente e quindi diverse da un’infezione
- Fastidi, bruciore o irrigidimento se l’area è infiammata o irritata
- Dolore durante i rapporti intimi
È particolarmente importante evidenziare che, se le perdite di sangue sono abbondanti, le secrezioni maleodoranti o il dolore intimo è forte, è necessario sottoporsi ad una visita ginecologica per individuare la causa precisa della sintomatologia.
Ectropion utero, come si fa la diagnosi
Individuare un ectropion è piuttosto semplice: di solito basta una visita ginecologica che comporti l’osservazione del collo uterino con uno speculum: in caso positivo, lo specialista noterà un’area rossastra, più umida e vulnerabile. In taluni casi possono essere suggeriti comunque altri test per valutare o escludere la presenza di alterazioni cellulari o infezioni concomitanti (che possono coesistere con l’ectropion), come il pap test, l’hpv test. Se questi risultano dubbi o positivi, il ginecologo può suggerire una colposcopia, ovvero un esame leggermente più invasivo che permette di osservare il tessuto della cervice con ingrandimenti e con l’ausilio di soluzioni di contrasto (acido acetico, iodio) ed eventualmente di eseguire un prelievo per una biopsia. Se necessario possono essere presi in considerazione altri test, quali tamponi vaginali per una valutazione microbiologica e/o infezioni e tecniche di imaging. Tutto ciò può essere necessario per comprendere con certezza se il disturbo è dovuto ad un ectropion uterino innocuo o se sussistono alterazioni che necessitano di una terapia mirata.
Ectropion utero, come si cura?
Se l’ectropion non induce sintomi e non sono presenti alterazioni cellulari, si procede con un semplice monitoraggio della situazione, che può comportare visite e controlli periodici. Quando invece provoca disturbi persistenti o ricorrenti o si riscontrano lesioni associate, si possono prendere in considerazione diverse cure, a partire da semplici regole igieniche: ad esempio evitando l’uso di salvaslip che favoriscono l’umidità e stimolano un’anomala proliferazione batterica, mantenere una buona igiene intima con detergenti delicati, utilizzare il profilattico durante i rapporti intimi, ovuli o creme su prescrizione, il tutto per alleviare i sintomi, evitare che peggiorino e promuovere un ambiente vaginale sano. Talvolta però queste misure non bastano, e diventa necessario agire con opzioni più attive come le terapie ablative o distruttive localizzate, che possono, cioè, rimuovere o “bruciare” la piaghetta. Si parla in questi casi di:
- diatermocoagulazione (DTC)
- laserterapia
- crioterapia
- coagulazione chimica
La scelta tra queste soluzioni terapeutiche spetta al medico specialista e si basa sul quadro clinico, ovvero sull’estensione dell’ectropion, i sintomi, la presenza di alterazioni al Pap/HPV o colposcopia, l’esperienza specifica del ginecologo e la dotazione del centro. L’approccio deve sempre essere personalizzato, tenendo conto di tutti questi aspetti. In gravidanza di solito non si interviene ed i fastidi si attenuano da soli dopo il parto. La dottoressa Monica Antinori è a disposizione per visite ginecologiche specialistiche, colposcopie e interventi ambulatoriali appropriati per la salute del collo uterino. Qui tutti i contatti per una consulenza.


