Polipi in gravidanza. Scoprire tale condizione nei primi o successivi controlli della gestazione, può attivare uno stato di ansia, accompagnato da dubbi e numerose domande da rivolgere allo specialista in ginecologia: è pericoloso per il bambino, si deve o può rimuovere ed in che momento, prima o dopo il parto? In realtà, non si tratta di un riscontro frequente e comunque il più delle volte non comporta disturbi o rischi. Tuttavia, i polipi uterini esistono, possono capitare ed in tal caso vanno gestiti con attenzione e professionalità. Per affrontare tale condizione nel giusto modo ed in serenità è comunque opportuno comprendere bene di cosa si tratta: cosa sono i polipi uterini, come impattano sulla fertilità e sulla gravidanza, quali i rischi possibili, le opzioni di cura o trattamento (sia prima che durante i nove mesi) e quando è opportuno rivolgersi a uno specialista per una valutazione personalizzata, che è essenziale. Ecco, dunque, cosa occorre sapere al riguardo.
Polipi uterini, cosa sono
I polipi uterini, noti anche come endometriali sono in realtà delle particolari escrescenze di tessuto, benigne, che si sviluppano dalla mucosa interna dell’utero, ovvero- come si evince dal nome- dall’endometrio. Possono avere varie forme: peduncolati (a stelo) o sessili (schiacciati); altresì variano in dimensione, da pochi millimetri ad alcuni centimetri. A seconda della posizione, tipologia e grandezza possono essere sintomatici, magari provocando fastidio o dolore durante i rapporti intimi, talvolta anche con qualche perdita ematica. In generale però si riscontrano casualmente durante un controllo di routine. Nella maggior parte dei casi, si tratta di lesioni benigne: il rischio che contengano cellule maligne (o pre-maligne) è molto basso, ma non nullo, soprattutto nelle donne in età avanzata o con fattori di rischio. Per tale motivo è utile spesso asportarli e valutarli con indagini diagnostiche specifiche. Per eliminare ogni dubbio. E per ciò che riguarda la fertilità e la gravidanza?
Polipi uterini, cosa comportano per la fertilità e la gravidanza
Per cominciare va detto che la loro crescita è collegata agli ormoni, in particolare agli estrogeni, legati allo sviluppo dell’endometrio. La presenza di polipi non sempre rappresenta un ostacolo per la fertilità, ma talvolta può creare difficoltà, come nei seguenti casi:
- Se grande può ostacolare l’impianto dell’embrione
- Può generare un’infiammazione locale o alterare la microcircolazione, sempre con effetti sull’annidamento
- Alcuni studi suggeriscono un lieve aumento di aborti precoci o mancato sviluppo, anche se ancora un nesso chiaro e ben definito non è stato ancora trovato.
Le linee guida mediche sul tema consigliano spesso di rimuovere queste escrescenze prima del concepimento, soprattutto se sono sintomatiche o posizionate in aree che possono interferire con l’impianto. Tuttavia, nella maggioranza dei casi, la presenza di un polipo- specialmente se piccolo e asintomatico- non rappresenta una condanna: molte donne riescono a rimanere incinte normalmente e a portare a termine la gravidanza senza problemi.
Polipi uterini, quali rischi in gravidanza?
Ma effettivamente, quando tale condizione viene scoperta in gravidanza, cosa si fa? Ci sono rischi? Un’attenta valutazione specialistica è sempre ottimale e personalizzata. Dipende da alcuni fattori, come la tipologia del polipo (endocervicale, deciduale, endometriale), le dimensioni, i sintomi (ad esempio sanguinamento), e l’epoca gestazionale in cui viene rilevato. In generale la letteratura scientifica segnala i seguenti pericoli:
- Aumento del rischio di aborto spontaneo
- Parto prematuro
D’altro canto, l’asportazione degli stessi durante la gestazione non ha evidenziato un impatto negativo, da questi punti di vista, purché eseguita con cautela e preferibilmente dopo la 12ª settimana. Una polipectomia in gravidanza, se eseguita prima o su polipi grandi può invece essere più significativa per i rischi. Specialmente se si tratta di polipi deciduali, rispetto a quelli endocervicali. Ogni valutazione e decisione dipende sempre dal singolo caso, quindi che va studiato approfonditamente. Polipi cervicali o endometriali in gravidanza ad esempio possono indurre sanguinamento, lieve o moderato, dolore, fastidio o semplicemente una sensazione di disagio. In alcuni casi i polipi, per effetto dei cambiamenti ormonali, possono anche ridimensionarsi o scomparire del tutto spontaneamente, senza necessità di un intervento specialistico. Da non trascurare un altro aspetto: un polipo che sporge nella cavità uterina o nel canale cervicale potrebbe favorire l’ingresso di microrganismi o irritare la mucosa, con un rischio teorico di infiammazione o infezione locale.
Polipi uterini, come e quando si curano?
La cura dei polipi uterini dipende da diversi fattori: se la donna è incinta o meno, se ha sintomi, dalla dimensione, tipologia, localizzazione e dalla volontà di avere un bambino, senza potenziali complicazioni. Quando una di queste escrescenze viene identificata in assenza di una gravidanza, ma che è desiderata, ad esempio con una visita di routine, si può optare per le seguenti soluzioni:
- osservazione: soprattutto se piccolo, asintomatico, e non compromette la cavità uterina; alcuni polipi regrediscono spontaneamente
- terapia farmacologica: a volte si usano farmaci ormonali (progestinici, agonisti del GnRH) per modulare l’endometrio e ridurre la sintomatologia (es. sanguinamento); non si tratta però di una cura definitiva, ovvero i polipi possono rimpicciolire e ricomparire al termine del trattamento
- rimozione chirurgica (polipectomia): si esegue di solito tramite isteroscopia ed il polipo asportato viene inviato ad un laboratorio per un esame istologico.
La rimozione preventiva prima della gravidanza è spesso consigliata, quando il polipo è di grandi dimensioni, sintomatico o sospetto. Durante i 9 mesi invece si tende a prestare una maggiore attenzione ai rischi legati all’intervento di polipectomia, anche se è effettivamente poco invasivo. Nella maggioranza dei casi, infatti, si prosegue con un’osservazione o approccio conservativo, specialmente se non ci sono sintomi e si tratta di una piccola escrescenza; talvolta il polipo regredisce da solo durante la gestazione. In taluni casi però occorre intervenire e la decisione va presa considerando i rischi / benefici, ed è quindi essenziale una valutazione clinica individuale che tenga conto della posizione, delle dimensioni, dei rischi per il feto, dei sintomi.
Polipi in gravidanza, a chi rivolgersi?
Quando si scopre in gravidanza la presenza di un polipo uterino, o se si vuole concepire un bambino, con la diagnosi già fatta di tale condizione, è utile rivolgersi ad un medico specialista in ginecologia per avere consigli personalizzati. La dottoressa Monica Antinori, esperta in indagini strumentali, in isteroscopia e medicina della riproduzione ha un approccio professionale e fortemente empatico, basato sull’ascolto, e può aiutare a trovare il percorso migliore per affrontare il singolo caso. Qui tutti i contatti, per una consulenza.