La fecondazione assistita è uno strumento prezioso per chi desidera fortemente avere un bambino ed ha difficoltà ad averlo in modo naturale. Scoprirne le potenzialità, le tecniche e le caratteristiche appropriate al proprio caso è importante: si tratta di un tema che porta con sé molto spesso domande, dubbi, ansie, oltre che speranze. Essenziale diventa quindi anche comprendere per bene quali possibilità di riuscita ci siano e con quali tassi di successo, per affrontare il percorso verso la genitorialità con tranquillità e consapevolezza. Queste -va subito evidenziato- variano in base alla diagnosi di infertilità di coppia e a numerosi altri fattori come l’età, le tecniche di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) idonee al caso e ai centri specializzati a cui ci si rivolge. Ecco quello che occorre sapere in sintesi.

Fecondazione assistita e probabilità di riuscita: terminologia statistica
Quando si parla di riuscita di un trattamento di fecondazione assistita, è importante prima di tutto comprendere le terminologie mediche e le differenze di alcuni indicatori specifici, che riguardano tali statistiche, come i seguenti:
- “percentuale di gravidanza” (pregnancy rate), indica il tasso di concepimento per ciclo di trattamento di PMA (ad esempio FIVET o ICSI), con gravidanza clinica, ovvero confermata da ecografia e con battito cardiaco embrionale; non è garanzia di nascita di un bambino, però.
- “percentuale di gravidanza cumulativa” (cumulative pregnancy rate), rappresenta invece le possibilità complessive dopo più cicli di trattamenti, per una medesima paziente, tenendo anche in considerazione il trasferimento di embrioni precedentemente crioconservati; è un dato più vicino alla realtà per la coppia.
- “percentuale di bimbi in braccio” (live birth rate), che è la più significativa ed importante, poiché è indicativo del tasso di nascita di bambini vivi: tiene conto di eventuali aborti spontanei, gravidanze biochimiche o interrotte, nella casistica generale dei trattamenti di fecondazione assistita.
Fecondazione assistita e probabilità di riuscita, tutte le variabili
È fondamentale sottolineare come tali percentuali statistiche siano soggette a specifiche variabili come le seguenti.
- L’età della donna. È tra i principali fattori da considerare nel comprendere i tassi di successo. Tende a diminuire sensibilmente dopo i 35–40 anni. Ad esempio, si stima che il tasso di nati vivi per donna under 35, dopo almeno 5 cicli di PMA, può arrivare al 50%, mentre oltre i 40 anni questi valori scendono.
- Tecniche utilizzate. Ne esistono di diversa complessità, dalla più semplice come la IUI alla più sofisticata come la ICSI con TESE/TESA, ad esempio. Per tale motivo sussistono percentuali di riuscita molto variabili tra loro.
- Diagnosi e causa dell’infertilità. Sono indicative della tecnica di PMA da applicare ed ognuna ha un suo tasso di complicazione diversa: una diagnosi precisa e precoce permette di concentrare gli sforzi su una procedura più mirata, aumentando le probabilità di successo ed ottimizzando i tempi.
- Qualità degli embrioni e dei gameti: si tratta di elementi essenziali ovviamente. I vari percorsi di PMA possono essere personalizzati per ottimizzare le probabilità di riuscita, ad esempio con il ricorso al transfer di blastocisti o con quello all’eterologa.
- Centro specializzato prescelto: le percentuali di successo dipendono anche dall’esperienza della struttura sanitaria specializzata in fertilità a cui ci si affida; è utile che offra anche un approccio multidisciplinare (ginecologi, biologi, genetisti, nutrizionisti, psicologi), un accurato iter diagnostico ed un supporto costante lungo tutto il percorso, fino alla nascita del bambino.
Fecondazione assistita: tassi di successo tecnica per tecnica
Non si sceglie una tecnica di fecondazione assistita in base ai tassi di successo, ma alla diagnosi. Detto ciò, è importante conoscere le possibilità di riuscita per ogni procedura di PMA. Ecco alcuni dati in sintesi, che riguardano le procedure più utilizzate:
- Inseminazione intrauterina (IUI): tecnica di I livello, semplice e poco invasiva: si deposita il liquido seminale precedentemente raccolto e trattato, direttamente nella cavità uterina, tramite un sottile catetere, nel periodo dell’ovulazione. Tale trattamento è indicato in casi di infertilità con lievi problemi spermatici o ovulatori, o comunque come primo step, laddove non si trova una specifica causa. Il tasso di “bimbi in braccio” varia tra il 5% e il 15% per ciclo, a seconda dell’età materna, qualità degli spermatozoi, tipo di stimolazione ovarica se impiegata.
- Fecondazione in vitro (IVF). È una tecnica di II livello che prevede una stimolazione ovarica con il prelievo di ovociti e contemporaneamente la raccolta di spermatozoi. L’unione dei due gameti avviene in provetta in modo naturale (FIVET, lo spermatozoo feconda l’ovulo spontaneamente), oppure manualmente, tramite un’iniezione intracitoplasmatica (ICSI). Il live birth rate in questi casi si attesta tra il 35% e il 45%. Per donne under 35 con almeno 5 cicli, si può raggiungere il 50%. Oltre i 40 anni, i tassi di successo scendono progressivamente.
Per dare un numero concreto a queste percentuali, è possibile fare riferimento ai dati diffusi dal Ministero della salute, come questi che si riferiscono al 2021:
- IUI: su 14.999 cicli iniziati, si è ottenuta una gravidanza nel 10,5% dei casi e sono nati vivi 1.184 bambini.
- IVF a fresco: 50.297 cicli iniziati; tassi di gravidanza pari al 14,4% (cicli iniziati) e 29,4% (transfer), con 5.156 nati vivi.
- IVF con ovociti/embrioni congelati: 28.649 cicli; gravidanza 19,2% (ovociti), 34,1% (embrioni), 43,7% in totale; 6.566 nati vivi.
Fecondazione assistita: a chi rivolgersi per massimizzare le possibilità di diventare genitori
Per aumentare le probabilità di successo, è fondamentale affidarsi a specialisti qualificati e centri d’eccellenza, con approccio personalizzato ed esperienza consolidata. Il centro per la fertilità Raprui e la Dottoressa Monica Antinori, responsabile per la PMA, rappresentano una scelta ottimale. Qui è possibile ottenere percorsi verso la genitorialità completi, con un iter diagnostico accurato, tecniche di I, II e III livello, crioconservazione, diagnosi genetica preimpianto (PGT‑M), il tutto in un contesto altamente personalizzato. La dottoressa Antinori ed il suo team multidisciplinare hanno aiutato a nascere più di 1600 bambini, grazie ad un approccio che unisce competenza scientifica, sofisticate tecnologie, ascolto e “cuore”. Qui tutti i contatti per una prima visita o per ricevere informazioni più dettagliate.


